Page 29 - Per la difesa dello Spiritismo
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inesplicabili   con   le   teorie   metapsichiche;   oppure   si   appoggiano
          audacemente sull’animismo per provare lo spiritismo, senza essere in
          grado di fare la cernita tra i due. Ma gli spiritisti non accecati dal
          fanatismo e forniti di una coltura scientifica sufficiente, rinunciano a
          trovare   nei   fatti   delle   prove   cruciali.   Essi   sanno   che   le   loro
          presunzioni saranno accettate quali prove a seconda del senso che
          ciascuno attribuisce alle «probabilità drammatiche della natura», per
          servirmi dell’espressione originale di William James. Come Myers,
          come Geley, essi richiedono l’atto di fede necessario a un sistema
          metafisico   edificato   con   l’ausilio   di   scienze   estranee   alla
          metapsichica, ed anzi con l’ausilio addirittura di postulati morali. E
          così avviene che odiernamente lo spiritismo così detto scientifico,
          inaugurato dal Delanne, può considerarsi fallito; dimodoché per la
          massa dei credenti, non rimane più che il vecchio spiritismo di Allan
          Kardec; che, d’altronde, non è pernicioso in sé, visto che provvede
          agli afflitti delle illusioni consolatrici».
                 Non vi è, nel paragrafo citato, una sola affermazione la quale
          non risulti o sbagliata, o gratuita, o insidiosa o sofistica. In principio
          egli scrive: «Odiernamente gli spiritisti furono per forza costretti a
          riconoscere che la metagnomia, la telergia, la teleplastia possono
          estrinsecarsi senza fare intervenire i morti». Ora gli spiritisti l’hanno
          sempre   riconosciuto;   e   fu   proprio   uno   spiritista:   Alessandro
          Aksakoff, che 40 anni or sono, classificò i fenomeni medianici nelle
          tre   categorie   di   fenomeni   di   Personismo,   di   Animismo   e   di
          Spiritismo, dimostrando come le due prime categorie di fenomeni
          traessero origine dalle facoltà supernormali inerenti alla subcoscienza
          umana, senza intervento alcuno di entità di defunti. Come dunque
          potrebbe affermarsi che gli spiritisti furono per forza costretti, solo
          odiernamente, a riconoscere un tal fatto?
                 Egli continua affermando che, sempre «odiernamente», gli
          spiritisti furono per forza costretti a riconoscere che «il fenomeno
          spiritico   è  sempre  mescolato   di  animismo,  vale  a  dire   misto   di
          elementi provenienti dal subcosciente dei viventi». Fatta astrazione
          da quel «sempre  mescolato» il quale è di troppo, io rispondo che
          invece gli spiritisti lo riconobbero fin dai primordi del movimento


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