Page 204 - Per la difesa dello Spiritismo
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sopravviveva e si manifestava intelligentemente anche dopo un
secolo dalla morte del «corpo somatico»; non solo, ma lungi dal
rimanere inerte sul posto (come dovrebbe accadere di un «corpo
fluidico» incosciente, che per divenire cosciente ha bisogno di
entrare in rapporto con un sensitivo), si dimostrava capacissimo di
manifestarsi intelligentemente a qualunque distanza dalla località in
cui erasi disincarnato; mentre l’altra ipotesi complementare, della
sopravvivenza di memorie integrali, ma impersonali e incoscienti,
dalle quali i mediums attingerebbero i ragguagli necessari onde
personificare i defunti e turlupinare il prossimo, era a sua volta
contraddetta dai fatti, i quali dimostravano che le personalità
spirituali non erano personificazioni subcoscienti, dal momento che
sapevano predisporre e combinare eventi anche all’infuori di ogni
rapporto coi mediums, negli intervalli tra l’una e l’altra seduta.
Ne consegue che il libro del Sudre, il quale presentava in
origine il grave difetto di non avere per iscopo la ricerca della Verità
per la Verità, ma bensì la demolizione a qualunque costo dell’ipotesi
spiritica, ha incontrato la sorte che meritava, cadendo letteralmente a
brandelli al primo cozzo con la realtà dei fatti. Osservo che qualora il
Sudre fosse in proposito di parere contrario, allora egli deve saper
trovare una spiegazione naturalistica di tutti i casi riportati nel
presente lavoro, confutando l’uno dopo l’altra tutte le argomentazioni
da me formulate in dimostrazione della loro genesi incrollabilmente
spiritica. Intendiamoci: io dico ch’egli deve saper trovare una
spiegazione naturalistica di tutti i casi qui riportati, non già di
qualche caso scelto con diligenza il quale si prestasse più o meno ad
esercitazioni sofistiche. Inoltre, io mi riservo ad aggravare il suo
còmpito, già tanto duro, col fornirgli a suo tempo parecchie centinaia
di altri casi analoghi, diligentemente ordinati, classificati e
commentati in un grosso volume in preparazione.
E qui, dopo l’analisi dell’opera, giova analizzare anche la
mentalità di chi la scrisse; mentalità che merita di essere attentamente
studiata. Il talento di Réné Sudre è indiscutibile, ma egli è un «sofista
nato». Passa e ripassa rasente alla Verità e non la scorge; gira e rigira
attorno ad essa e l’evita con cura; incespica in essa per caso e la
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