Page 208 - Per la difesa dello Spiritismo
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naturalistiche, ma spiegabilissimi con quella spiritica, lo dichiara
lealmente; e ciò sia detto a suo grande onore.
Tenuto conto di quanto esposto, mi lusingo che il mio
equanime critico non avrà difficoltà ad ammettere che io, nel mio
lavoro di confutazione, lungi dal far precedere una «dottrina»
all’«analisi sperimentale» dei fatti, mi sono comportato come
qualsiasi altro indagatore in qualsiasi altro ramo dello scibile,
facendo seguire all’analisi la sintesi; e la sintesi di qualunque
indagine analitica non può concretarsi che in forma di una «ipotesi da
lavoro»; il che equivale a dire che nessuno può esimersi dal
formulare «ipotesi da lavoro»; ciò che, del resto, il mio critico ha il
grande merito di riconoscere; laddove si trovano ancora personalità
scientifiche eminenti le quali ritengono che nel campo delle indagini
metapsichiche sia possibile esimersi dal formulare «ipotesi da
lavoro»; opinione assolutamente erronea, visto che il formulare
un’ipotesi significa concretare in una «sintesi» i risultati
dell’«analisi»; cosa di cui non si può fare assolutamente a meno
nell’esercizio delle facoltà di raziocinio. Contuttociò è noto che il
prof. Richet è tra quelli che ritengono prematura qualsiasi ipotesi nel
campo delle indagini metapsichiche, e in conseguenza propugnano
l’indagine pura e semplice dei fenomeni, vale a dire l’astensione dal
sintetizzare i risultati dell’indagine analitica in un’ipotesi qualunque.
Sennonché, come dissi, l’impresa risultando letteralmente
impossibile in causa delle modalità, con cui si estrinseca ed opera il
raziocinio umano, ne consegue che chiunque ritenga di pervenire ad
analizzare un gruppo di fenomeni astenendosi dal sintetizzarne i
risultati in una ipotesi rudimentale purchessia, appare vittima di una
curiosa illusione; alla quale non si sottrae il prof. Richet quando
considera i fenomeni metapsichici come derivanti da una facoltà
supernormale inerente alla subcoscienza umana, facoltà ch’egli
denomina «criptestesia»; visto che con ciò non fa che formulare una
ipotesi da lavoro vera e propria, in base alla quale si conferiscono
alla subcoscienza umana poteri tanto meravigliosi da rasentare
l’onniscienza. Nella rivista «Psychic Science» dell’aprile 1927 ,
Arthur Hill così osserva in proposito: «Il prof. Richet accetta i
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