Page 207 - Per la difesa dello Spiritismo
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rumorosi, vorrebbero spingerla avanti a suon di tromba, le rendono
          un pessimo servigio. Se una “dottrina” dovrà un giorno emergere
          dalla metapsichica, essa dovrà scaturire dall’indagine sperimentale, e
          non mai precedere quest’ ultima ».
                 Parole   d’oro,   e   che   tutti   giudicheranno   sostanzialmente
          inoppugnabili dal punto di vista scientifico. Infatti è verissimo che la
          metapsichica è un metodo, il quale passando per la trafila dell’analisi
          comparata e della convergenza delle prove, perviene a una «sintesi»;
          la quale in un primo tempo, non può esplicarsi che sotto forma di una
          «ipotesi da lavoro» purchessia; per poi concretarsi in una «teoria», e,
          presumibilmente far capo a una «dottrina». Ben disse pertanto il mio
          critico che una «dottrina» risultando il frutto di lunghi e laboriosi
          processi d’indagine, non deve precedere, ma succedere all’analisi.
          Ne   deriva   ch’io   mi   trovo   in   pieno   accordo   col   mio   sereno   ed
          equanime critico anche su questo ultimo punto; e pertanto mi sta
          maggiormente a cuore di fargli osservare che nel mio libro io mi
          sono ben guardato dal formulare una «dottrina» qualsiasi. E’ vero che
          nel campo dello Spiritismo una  dottrina  esiste dai tempi di Allan
          Kardec, ma osservo in proposito che io, nei miei 37 anni d’indagini
          metapsichiche,   non   ho   mai   discusso   e   perorato   in   proposito,
          limitandomi   esclusivamente   a   dimostrare,   in   base   all’analisi
          comparata e alla convergenza delle prove, che la fenomenologia
          metapsichica,   considerata   nella   duplice   modalità   con   cui   si
          estrinseca: Animica e Spiritica, traeva inevitabilmente a postulare
          l’esistenza nell’uomo di uno spirito sopravvivente alla morte del
          corpo. Ora il limitarsi a propugnare una tesi siffatta, non significa
          punto   formulare   una   «dottrina»,   ma   unicamente   proporre   una
          «ipotesi   da   lavoro»   la   quale   risulti   capace   di   dare   ragione   del
          complesso   dei   fatti;   ciò   a   cui   non   si   perviene   con   nessun’altra
          «ipotesi da lavoro»; e quest’ultima circostanza di fatto è tanto vera e
          tanto palese che viene riconosciuta per vera anche dagli oppositori
          dell’ipotesi   spiritica;   bene   inteso,   dagli   oppositori   che   non  sono
          dominati da preconcetti ciecamente irriducibili. E tra coloro che lo
          riconoscono emerge il professore Charles Richet, il quale quando si
          trova   di   fronte   a   gruppi   di   fenomeni   inesplicabili   con   ipotesi


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