Page 197 - Per la difesa dello Spiritismo
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se finirono per aderire all’ipotesi spiritica, ciò non significa che siano
divenuti dei mistici, bensì che si convinsero sperimentalmente come
l’ipotesi stessa fosse l’unica capace di spiegare complessivamente la
fenomenologia indagata: e questa è scienza. Né il Myers, né
l’Hodgson, né l’Hyslop, né il Barrett, né la Verrall, né il Lodge, né lo
Zollner, né il Du Prel, né l’Aksakoff, né il Boutleroff, né il
Lombroso, né il Brofferio, né lo scrivente avevano tendenze
mistiche; ed anzi quasi tutti professavano convinzioni positiviste-
materialiste. E’ stata l’eloquenza irresistibile dei fatti, e soprattutto la
constatazione imponente della convergenza mirabile di tutte le prove
- Animiche e Spiritiche – verso la dimostrazione dell’esistenza e
sopravvivenza dell’anima, che li trasse a concludere definitivamente
in favore dell’ipotesi spiritica. Ne consegue che tali conclusioni sono
rigorosamente scientifiche, alla guisa di quelle propugnate dagli
oppositori, con la differenza che questi ultimi fondano le loro
induzioni e le loro deduzioni su gruppi isolati di fenomeni, giammai
sulla totalità dei medesimi; laddove le induzioni e le deduzioni di
coloro che propugnano l’ipotesi spiritica risultano saldissimamente
radicate sulla totalità delle manifestazioni medianiche, Animiche e
Spiritiche. Ripeto pertanto per la centesima volta che l’ipotesi
Spiritica è un’ipotesi scientifica, e che coloro i quali lo contestano,
dimostrano di non essersi ancora formato un chiaro concetto del
quesito che pretendono discutere.
E a dimostrare ulteriormente tale asserto, risponderò a
un’altra osservazione formulata dal prof. Richet nel medesimo
articolo (p. 465). Egli scrive:
«Essi (gli spiritisti) non considerano che prima di aderire a
una teoria tanto ipotetica, tanto fragile, così avvolta nelle difficoltà e
nelle illusioni qual’è la dottrina spiritica, era necessario dotarla di
una solida base costituita da fatti incontestabili. Che cosa si direbbe
di un architetto il quale cominciasse a dipingere delle delicatissime
pitture allegoriche nella vôlta di un tempio, prima di assicurarsi se
l’edificio aveva o non aveva fondamenta solide?».
Così il prof. Richet; e a sua volta il dottor Mackenzie,
nell’articolo a cui già si alluse, rincalza in questi termini: «Lo
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