Page 155 - Per la difesa dello Spiritismo
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sempre si materializzava e si dematerializzava in mezzo al circolo.
          Ne   consegue   che   le   condizioni   di   esperimentazione   risultavano
          addirittura ideali, visto che in simili circostanze qualsiasi forma di
          frode diveniva letteralmente impossibile.
                 Passando   all’estrinsecazione   dei   fenomeni,   osserverò
          anzitutto che quando si legge di Nepenthes la quale tuffa e rituffa la
          mano nella paraffina liquefatta onde riprodurne il tanto desiderato
          «modello»; e ad operazione finita, si volta, cercando con lo sguardo
          il   prof.   Herr   E.,   da   lei   costantemente   preferito,   e   scorgendolo
          nascosto dietro le spalle di un altro, si dirige a quella volta e gli
          consegna   il   modello   di   paraffina;   quando   si   legge   che   in   altra
          occasione ella si sofferma a contemplare il prof. Herr E. intento a
          prendere note, e che questo offrendole taccuino e matita, la prega a
          voler scrivere qualcosa per lui; ciò che di buon grado ella compie,
          dettando un messaggio in lingua ignorata da tutti i presenti;
          quando si leggono questi particolari, il pensiero ricorre alla teoria del
          Sudre,   secondo   la   quale   le   forme   materializzate   risulterebbero
          fantocci plastici «che hanno l’apparenza della vita» in grazia a un
          fenomeno di prosopopesi, ma che in realtà sono ragguagliabili alle
          «figure di cera di un museo anatomico»; e allora si è tratti a meditare
          sulla potenza ottenebrante dei preconcetti umani, i quali spingono gli
          uomini ad affermare l’opposto di quanto attestano i fatti.
                 Rimane da rilevare il significato teoricamente risolutivo di
          una personalità materializzata la quale scrive in una lingua ignorata
          dal   medium   e   dai   presenti;   circostanza   che   interviene
          opportunamente  a neutralizzare  in  guisa  definitiva  un’obbiezione
          fantastica di cui si è parlato in precedenza a proposito dei casi
          analoghi al citato in cui le personalità medianiche conversano o
          scrivono in lingue ignorate dal medium, ma note al consultante;
          nelle quali contingenze si sarebbe potuto obbiettare che il medium
          attinga   le   proprie   cognizioni   linguistiche   nella   subcoscienza   del
          consultante. Già si fece osservare come tale ipotesi apparisca a tal
          segno assurda e insostenibile che gli oppositori stessi non osarono
          mai di propugnarla; ma ciò che non fecero ancora, potrebbero farlo
          un   giorno,   quando   si   trovassero   ridotti   in   condizioni   teoriche


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