Page 176 - Fisica per non fisici
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L’esempio che forse viene subito in mente è quello fornito dal Primo principio
          della  termodinamica,  secondo  il  quale  l’energia  può  manifestarsi  come  lavoro
          meccanico oppure come calore.
              Il calore è una forma di energia molto importante, se non altro perché regola i

          processi  che  sono  alla  base  dei  fenomeni  biologici;  ed  è  del  calore  che  abbiamo
          bisogno d’inverno per non morire di freddo.
              Tuttavia,  per  i  più  diversi  scopi  pratici,  è  il  lavoro  meccanico  a  essere
          importante: è ciò che occorre per sollevare un peso e quindi per edificare una casa;

          oppure per piegare una lamiera e costruire la carrozzeria di un’automobile, e così
          via.
              Ebbene, il Primo principio della termodinamica asserisce che il calore e il lavoro
          meccanico  possano  essere  trasformati  l’uno  nell’altro  e  viceversa.  Per  esempio,

          utilizzando  il lavoro  meccanico  possiamo  scaldare  un  oggetto  per  attrito,  come
          facciamo quando con la nostra forza muscolare sfreghiamo le mani in una giornata
          gelida per riscaldarle un poco.
              Viceversa, possiamo trasformare il calore in lavoro meccanico, come avviene in
          una locomotiva a vapore: il calore prelevato dalla caldaia si trasforma nell’energia

          meccanica necessaria a far girare le ruote della locomotiva.
              Calore  e  lavoro  meccanico  sono  dunque  assolutamente  equivalenti;  sono
          semplicemente  due  forme  diverse  sotto  le  quali  si  manifesta  un’unica  grandezza

          fisica: l’energia.

          A questo punto siamo pronti ad accettare un’altra importante equivalenza che, a tutta
          prima, non ci saremmo aspettati: precisamente quella tra l’energia stessa e la massa,
          secondo l’equazione di Einstein.


          Per  dimostrare  questa  equivalenza  ricorreremo  a  un  argomento  molto  semplice
          dovuto  proprio  ad  Albert  Einstein,  che  ha  immaginato  un  esperimento  «ideale»

          attraverso il quale si può stabilire la sua validità. Per esperimento ideale si intende
          un  esperimento  che  non  è  possibile  eseguire  in  pratica,  almeno  con  le  tecnologie
          delle quali eventualmente si dispone; ma che è eseguibile in linea di principio. Altri
          esperimenti, stavolta veramente eseguibili, permetteranno la conferma del risultato
          previsto dall’esperimento ideale: quindi, pensare a un esperimento di tal genere non

          è un inganno; piuttosto esso permette, in questo come in altri casi, di farsi idee molto
          precise su come devono andare le cose nella Natura.


          Prima di passare alla descrizione di questo immaginario esperimento, ricordiamoci
          intanto che un raggio luminoso trasporta una certa quantità di moto che si manifesta
          sotto forma di pressione di radiazione; e ricordiamoci anche che un raggio luminoso
          trasporta una certa quantità di energia.
              Ebbene la fisica, con le equazioni di Maxwell, mostra che c’è una relazione tra
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