Page 171 - Fisica per non fisici
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Vediamo dunque che l risulta minore di l , poiché si ottiene da l  moltiplicando per
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          un numero sicuramente minore di 1.
              In altre parole, la misura della lunghezza del mancorrente che vediamo passare
          davanti  a  noi  non  fornisce  lo  stesso  valore  numerico  che  otteniamo  con  una  riga
          quando siamo a bordo del treno; ma un numero più piccolo. A questo fenomeno viene
          giustamente  dato  il  nome  di contrazione  delle  lunghezze  oppure,  come  vi  ho
          anticipato, contrazione di Lorentz. Se le velocità in gioco sono molto minori della




          velocità della luce, il termine                                      è praticamente uguale a 1;
          dunque, come avviene se osserviamo il mancorrente che ha la modesta velocità di un
          treno, non rileviamo di fatto alcun fenomeno di contrazione.
              Ancora  una  volta  constatiamo  che,  quando  le  velocità  in  gioco  sono  piccole,

          ritroviamo le circostanze alle quali siamo comunemente abituati.





          Dilatazione dei tempi


          La validità delle trasformazioni di Lorentz implica l’esistenza di un altro fenomeno
          che è conosciuto come dilatazione dei tempi.
              Per  illustrare  questo  fenomeno,  immaginiamo  di  essere  a  bordo  del  treno  e  di

          avere una lampadina che accendiamo a un certo istante t’  (ricordiamo che con gli
                                                                                A
          apici indichiamo le quantità rispetto al treno); successivamente la spegniamo qualche

          secondo  dopo,  all’istante t’ .  Per  noi,  a  bordo  del  treno,  la  lampadina  è  dunque
                                            B
          rimasta accesa per l’intervallo di tempo



                                                   T’ = t’  – t’  A                                     (111)
                                                           B


          Per quanto tempo T è rimasta accesa per il capostazione? Evidentemente:


                                                     T = t  – t A                                       (112)
                                                           B


          Ci  aspetteremmo T  =  T’,  no?  Invece,  anche  in  questa  occasione,  le  cose  vanno
          diversamente.  Ce  ne  accorgiamo  ricordandoci  la  (89)  riferita  ai  due  eventi  di
          accensione e spegnimento:



                                                                                                        (113)
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