Page 162 - Fisica per non fisici
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Figura 74. La propagazione della luce emessa dal laser è ora osservata anche dal sistema di riferimento O’.



              In essa è rappresentato anche un altro sistema di riferimento che rappresenta un
          altro  laboratorio;  per  esempio  quello  che  –  immaginiamo  –  è  installato  sul  solito
          treno che trasla orizzontalmente verso destra a velocità V.

              Il viaggiatore a bordo del treno fa partire il suo cronometro proprio nell’istante
          nel quale O’ transita per O; istante nel quale, ricordiamo, abbiamo acceso il laser.
              Rispetto  a  lui  le  coordinate  di  qualsiasi  punto,  in  particolare  quelle  che

          competono  all’ubicazione  dello  schermo,  avranno  valori  diversi  dai  nostri;  valori
          che indichiamo con un apice: x’, y’ e z’; e, altrettanto, l’osservatore vedrà arrivare la
          luce sullo schermo a un certo istante t’ segnato dal suo cronometro.
              Evidentemente,  per  il  nuovo  osservatore,  la  relazione  tra  istante  di  tempo  nel
          quale la luce arriva sullo schermo e le coordinate di quest’ultimo sarà analoga alla

          (81) e cioè:


                                                        2
                                                 2
                                                              2
                                                                   2
                                               x’  + y’  + z’  = c t’ 2                                   (84)
          Notiamo una particolarità di quest’ultima uguaglianza: in essa, le coordinate spaziali
          e il tempo sono accompagnati da un apice, a denotare che questi dati si riferiscono
          all’osservatore  sul  treno;  ma  il  valore c  della  velocità  della  luce non  è

          accompagnato da un apice, proprio per indicare che la velocità della luce ha sempre
          lo stesso valore, indipendentemente dal sistema di riferimento. Ricordiamoci ancora
          una  volta:  vale  i  famosi  300.000 Km/s  tanto  per  noi  che  ci  troviamo  nel  nostro
          laboratorio quanto per l’osservatore a bordo del treno o, se preferite, anche a bordo

          di un’astronave che viaggia a velocità molto maggiore di quella di un treno.
              Cosa  possiamo  concludere  dalla  validità  delle  relazioni  (81)  e  (84)?  Intanto
          osserviamo che, come nel caso delle trasformazioni di Galileo, le coordinate lungo
          gli assi ortogonali alla direzione del moto sono le stesse, cioè:
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