Page 71 - Nietzsche - Genealogia della morale
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SAGGIO TERZO
Che significato hanno gli ideali ascetici?
– Incuranti, sarcastici, violenti
– così ci vuole la saggezza:
essa è una donna,
ama sempre solo un guerriero.
Così parlò Zarathustra
Che significato hanno gli ideali ascetici? – negli artisti niente o troppe cose diverse; nei
filosofi e i dotti una specie di fiuto e d’istinto per le promesse più vantaggiose di una alta
spiritualità; nelle donne, nel migliore dei casi, un fascino supplementare della loro seduzione,
un po’ di morbidezza sulle belle carni, l’angelicità di un animale grazioso e ben nutrito; in chi
non è fisiologicamente normale e armonico, (per la maggioranza dei mortali), un tentativo di
ritenersi «troppo buoni» per questo mondo, una forma sacra di depravazione, il loro strumento
fondamentale nella lotta contro un lento dolore e la noia; nei sacerdoti, la fede sacerdotale
vera e propria, il loro miglior strumento di potenza, e inoltre la legittimazione «suprema»
della potenza; nei santi, infine, un pretesto di letargo, la loro novissima gloriae cupido, la loro
pace nel nulla («Dio»), la loro forma di follia. Nel fatto che proprio l’ideale ascetico abbia
significato tanto per gli uomini, si esprime il dato fondamentale della volontà umana, il suo
horror vacui: essa ha bisogno di una meta – e preferisce volere il nulla, piuttosto che non
volere. Vengo compreso? Mi si comprende?... «Certo che no, signore!» – Allora cominciamo
dall’inizio.
2.
Che significano gli ideali ascetici? O, per esaminare un caso singolo, a proposito del quale
abbastanza spesso sono stato consigliato, che significa, per esempio, che un artista come
Richard Wagner da vecchio, abbia reso un omaggio alla castità? È vero che, in un certo senso,
lo ha sempre fatto; ma in un senso ascetico solo all’ultimissimo momento. Che significa questa
modifica di «senso», questo radicale ribaltamento di senso? – perché di questo si trattò,
Wagner si trasformò nel suo esatto contrario. Che significa che un artista si trasformi nel suo
opposto?... E qui, ammesso che si voglia indugiare un po’ su questo problema, ci torna subito
alla memoria l’epoca migliore, più forte, più felice, più coraggiosa che sia forse mai esistita
nella vita di Wagner: quella in cui il pensiero delle nozze di Lutero lo interessava
profondissimamente. Chissà a quali coincidenze dobbiamo il fatto che al posto di questa
musica nuziale abbiamo oggi i Maestri Cantori? E quanto di quella musica continua forse a
essere presente in questi? È fuor di dubbio che, comunque, anche in queste «Nozze di Lutero»
si sia trattato di un elogio alla castità. Certo anche di un elogio della sensualità – e questo mi
parrebbe molto giusto, e proprio così tutto sarebbe stato anche «wagneriano». Poiché tra
castità e sensualità non esiste una necessaria contrapposizione; ogni buon matrimonio, ogni
autentica relazione sentimentale la supera. Mi sembra che Wagner avrebbe fatto bene a
riproporre ai suoi Tedeschi la profonda comprensione di questa piacevole realtà, con una
commedia su Lutero, coraggiosa e piacevole, perché tra i Tedeschi esistono e sono esistiti