Page 36 - Nietzsche - Genealogia della morale
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del sole si allargava sempre di più; e tesa agli stessi fini di quell’odio, cerca nel regno della

      luce e dell’altezza la vittoria, la preda, la seduzione, con lo stesso impeto con cui le radici di
      quell’odio affondavano sempre più profondamente e avidamente in tutto ciò che era profondo
      e  malvagio.  Questo  Gesù  di  Nazareth,  vivente  vangelo  dell’amore,  questo  «Salvatore»  che
      porta ai poveri, ai malati, ai peccatori beatitudine e vittoria – non ha rappresentato forse la
      seduzione nella sua forma più sinistra e irresistibile, la seduzione e la via tortuosa proprio
      verso quei valori e quel rinnovamento giudaico dell’ideale? Israele non ha forse raggiunto
      proprio  per  la  via  traversa  di  questo  «Salvatore»,  di  questo  apparente  oppositore  e

      dissolvitore di Israele, il fine supremo della sua sublime sete di vendetta? Non è forse proprio
      della misteriosa magia nera di una politica della vendetta realmente grande, di una vendetta
      lungimirante, sotterranea, che progredisce lentamente secondo calcolati programmi, il fatto che
      Israele  stesso  ha  voluto  rinnegare  e  inchiodare  alla  croce  di  fronte  al  mondo  intero  come
      qualcosa  di  mortalmente  ostile,  proprio  lo  strumento  della  propria  vendetta,  acciocché  il
      mondo intero, e cioè tutti i nemici di Israele potessero abboccare senza sospetto proprio a

      questa esca? E d’altra parte. Chi mai potrebbe pensare, con tutta la massima sottigliezza di
      spirito, a un’esca più pericolosa di questa? Qualcosa che per forza di attrazione, per forza
      ipnotica, inebriante e rovinosa possa essere simile a quel simbolo della «santa croce», a quel
      paradosso  terrifico  di  un  «Dio  in  croce»,  a  quel  mistero  di  una  crudeltà  inconcepibile,
      estrema,  e  di  una  autocrocefissione  di  Dio  per  la  salvezza  degli  uomini?…  Certo  è,
      perlomeno, che sub hoc signo Israele ha continuato da allora a trionfare con la sua vendetta e
      col suo sovvertimento di tutti i valori, su tutti gli altri ideali, su tutti gli ideali più nobili.


         9.
         – «Ma che significa parlare di più nobili ideali. Rassegnamoci ai fatti: il popolo ha vinto –
      ovverosia  “gli  schiavi”,  o  “la  plebe”,  o  il  “gregge”,  o  come  altro  volete  chiamarla  –  e  se
      questo è avvenuto tramite gli ebrei, ebbene, mai nessun popolo ha avuto una missione storica

      più universale! I signori sono stati spazzati via: la morale dell’uomo comune ha vinto. Questa
      vittoria può essere vista anche come un avvelenamento del sangue (ha mescolato le razze tra
      loro) – non dico di no, ma è innegabile che questa intossicazione abbia avuto successo.  La
      “salvezza” del genere umano (cioè dei “signori”) è sulla strada migliore; tutto si giudaizza, si
      cristianizza o si plebeizza a vista d’occhio (che importano le parole!). L’estendersi di questo
      avvelenamento a tutto il corpo della umanità sembra inarrestabile, il suo ritmo e la sua marcia
      si  permetteranno,  nel  futuro,  di  essere  sempre  più  lenti,  più  impercettibili,  inafferrabili,
      prudenti – il tempo non manca… E la Chiesa, ha essa, oggi, sotto questo punto di vista, un

      compito necessario, ha essa ancora il diritto di esistere? O se ne potrebbe invece fare a meno?
      Quaeritur. Sembra che essa arresti o trattenga quella marcia invece di accelerarla? Ebbene,
      proprio questa potrebbe essere la sua utilità… Certo essa finisce per essere qualcosa di rozzo
      e di zotico, che ripugna a un’intelligenza più delicata, a un gusto più moderno. Non dovrebbe
      perlomeno farsi più raffinata? Oggi essa respinge, più di quanto non abbia sedotto… Chi di

      noi sarebbe un “libero pensatore” se non esistesse la Chiesa? È la Chiesa a ripugnarci, non il
      suo veleno… A prescindere dalla Chiesa, anche noi amiamo il veleno…». – Questo l’epilogo
      di  un  «libero  pensatore»  al  mio  discorso,  di  un  animale  onesto,  come  ha  dimostrato
      ampiamente, e in più di un democratico; mi era stato a sentire sino a quel punto e non resistette
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