Page 35 - Nietzsche - Genealogia della morale
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dell’altra, si affronteranno ostili e non vorranno accordarsi sul prezzo. I giudizi di valore
cavalleresco- aristocratici presuppongono una prestanza fisica, una salute florida, ricca,
debordante, e insieme tutto ciò che ne condiziona il mantenimento, guerra, avventura, caccia,
danza, tornei, insomma tutto quello che comporta una vita attiva forte, libera e serena. I criteri
di valutazione sacerdotal-aristocratici hanno – come abbiamo visto – altri presupposti, e
peggio per loro, in caso di guerra! I sacerdoti sono, è noto, i nemici più crudeli – e per quale
ragione poi? Perché sono i più impotenti. L’impotenza genera in loro un odio che arriva a
diventare mostruoso e sinistro, spiritualissimo e tossico al massimo grado. Nella storia
universale coloro che più degli altri sono stati capaci di odio, e di genialità nell’odio, sono
sempre stati i preti – a paragone della genialità della vendetta sacerdotale, ogni altra dote
intellettuale può appena essere presa in considerazione. La storia umana sarebbe ben sciocca
cosa senza lo spirito che in essa hanno travasato gli impotenti, – e ecco subito l’esempio
massimo. Tutto quello che si è fatto sulla terra contro «gli aristocratici», «i forti», «i signori»,
«i potenti» non meriterebbe nemmeno di essere citato in confronto a quello che gli Ebrei hanno
fatto contro di loro; gli Ebrei, quel popolo sacerdotale che non ritenne di aver ricevuto la
dovuta soddisfazione dai propri nemici e sopraffattori, se non dopo averne radicalmente
ribaltato i valori, cioè solo grazie a un atto della più spirituale vendetta. Questo solo era
adeguato a un popolo sacerdotale, al popolo della più latente sete di vendetta sacerdotale.
Sono stati gli Ebrei che hanno osato ribaltare e mantenere, stringendo i denti dell’odio più
abissale (l’odio della impotenza), l’equazione aristocratica di valore
(buono=aristocratico=potente=bello=felice=caro agli dei), cioè «i miserabili solo sono i
buoni, i poveri, gli impotenti, gli umili solo sono i buoni, i sofferenti, gli indigenti, i malati, i
brutti sono anche gli unici a essere pii, beati in dio, solo a loro è concessa la beatitudine – là
dove voi, al contrario, – voi nobili e potenti, voi sarete per l’eternità i malvagi, i crudeli, i
corrotti, gli insaziabili, gli empi, e sarete anche per l’eternità infelici, dannati, e maledetti!»…
Si sa chi ha ereditato questo sovvertimento di valore giudaico… A proposito dell’iniziativa
mostruosa e oltremodo fatale assunta dagli Ebrei con questa dichiarazione di guerra, radicale
più di ogni altra, mi sovvengo di quello che ho detto in altra occasione (Al di là del bene e del
male, p. 118) – che cioè con gli Ebrei si inizia la rivolta degli schiavi nella morale: rivolta
che ha dietro di sé duemila anni di storia e che oggi abbiamo perso di vista solo perché essa –
ha vinto…
8.
– Ma non lo capite? Non avete occhi per questa cosa che ha avuto bisogno di due millenni
per arrivate alla vittoria?… E non c’è da meravigliarsene: tutte le cose lunghe sono difficili
da vedere, da afferrare nel loro insieme. Questo è però accaduto: dal tronco di quell’albero
della vendetta e dell’odio, dell’odio giudaico – dell’odio più profondo e più sublime e perciò
stesso creatore di ideali, e sovvertitore di valori, di cui sulla terra non si è mai dato l’uguale –
da questo tronco è nato qualcosa di altrettanto incomparabile, un nuovo amore, un amore più
profondo e sublime di tutti gli altri – e da quale altro tronco sarebbe mai potuto nascere?…
Non si creda però che esso sia cresciuto come vera e propria negazione di quella sete di
vendetta, come l’antitesi dell’odio giudaico! No, è vero piuttosto il contrario! L’amore
sbocciò dall’odio, come sua corona, corona trionfale, che alla luce più pura e chiara e forte