Page 103 - Nietzsche - Genealogia della morale
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No! Non venitemi a parlare di scienza mentre sto cercando l’antagonista naturale
dell’ideale ascetico, mentre chiedo: «Dov’è la volontà contraria, in cui si esprime il suo
ideale contrario?». In proposito la scienza è ben lungi dal poter contare su se stessa, ha prima
bisogno, sotto ogni aspetto, di un ideale di valore, di una potenza produttrice di valori, al cui
servizio possa credere in se stessa – essa stessa non produce mai valori. Il suo rapporto con
l’ideale ascetico in sé non è ancora per niente antagonistico; al contrario, nel suo interno
processo di formazione, essa rappresenta ancora fondamentalmente addirittura la forza
impulsiva. Il suo contraddire e la sua lotta non si riferiscono, se si considera più attentamente,
all’ideale stesso, ma solo alle sue opere esterne, ai suoi travestimenti, al suo gioco di
maschere, al suo transitorio indurirsi, al suo farsi legnoso, alla sua dogmatizzazione – torna a
liberare in esso la vita, negando in esso il dato essoterico. Entrambi queste cose, scienza e
ideale ascetico insieme posano infatti sullo stesso suolo – già l’ho fatto capire –: cioè sulla
identica sopravvalutazione della verità (più precisamente; sulla stessa fede nella impossibilità
di valutare e di criticare la verità), e proprio per ciò esse sono necessariamente alleate –
cosicché, posto che vengano combattute, possono esserlo sempre e solo insieme e insieme
possono essere messi in questione. Una svalutazione dell’ideale ascetico porta inevitabilmente
con sé anche una svalutazione della scienza: perciò si dovranno aprire a tempo gli occhi e
aguzzare le orecchie! (L’arte sia detto sin da adesso, poiché ritornerò, in un qualche altro
momento, più lungamente su questo tema, – l’arte, in cui proprio la menzogna si santifica e la
volontà d’illusione ha dalla sua la buona coscienza, si contrappone molto più radicalmente
che non la scienza all’ideale ascetico: se ne rese conto l’istinto di Platone, il più grande
nemico dell’arte che l’Europa abbia avuto sino ad oggi. Platone contro omero: questo è
l’intero, il vero antagonismo – da una parte, chi di buon grado «sta nella trascendenza», il
grande diffamatore della vita, dall’altra, il suo divinizzatore involontario, la natura aurea. Un
servaggio artistico al servizio dell’ideale ascetico è, per questa ragione, la più autentica
corruzione artistica che possa esistere, purtroppo una delle più comuni: poiché niente è più
corruttibile di un artista). Anche dal punto di vista fisiologico, la scienza si fonda sullo stesso
terreno dell’ideale ascetico: in entrambi i casi una certa depauperazione della vita è il
presupposto – gli affetti raggelati, il ritmo rallentato, la dialettica in luogo dell’istinto, la
gravità stampata sui volti e nei gesti (la gravità, questo sintomo inequivocabile di un ricambio
più faticoso, della vita che lotta e che si affatica di più). Consideriamo le età di un popolo in
cui il dotto compare in primo piano: sono epoche di stanchezza, spesso di tramonto, di
decadenza – la forza traboccante, la certezza di vita, la certezza di futuro sono scomparse. La
preponderanza dei mandarini non significa mai nulla di buono: allo stesso modo dell’avvento
della democrazia, degli arbitrati di pace al posto della guerra, della parità dei diritti per le
donne, della religione della compassione e di qualsiasi altro sintomo della vita che decade
(La scienza vista come problema: che cosa significa scienza? cfr. in proposito la prefazione
alla «Nascita della tragedia»). – No! questa «scienza moderna» – spalancate bene gli occhi! –
è per ora la migliore alleata dell’ideale ascetico, e proprio per il fatto che è la più inconscia,
la più involontaria, la più segreta e sotterranea! Fino ad oggi hanno giocato lo stesso gioco, i
«poveri di spirito» e gli avversari scientifici di quell’ideale (guardiamoci bene, sia detto di
passaggio, dal pensare che questi siano l’opposto di quelli, qualcosa come i ricchi di spirito –