Page 103 - Nietzsche - Genealogia della morale
P. 103

25.

         No!  Non  venitemi  a  parlare  di  scienza  mentre  sto  cercando  l’antagonista  naturale
      dell’ideale  ascetico,  mentre  chiedo:  «Dov’è  la  volontà  contraria,  in  cui  si  esprime  il  suo
      ideale contrario?». In proposito la scienza è ben lungi dal poter contare su se stessa, ha prima
      bisogno, sotto ogni aspetto, di un ideale di valore, di una potenza produttrice di valori, al cui
      servizio possa credere in se stessa – essa stessa non produce mai valori. Il suo rapporto con
      l’ideale  ascetico  in  sé  non  è  ancora  per  niente  antagonistico;  al  contrario,  nel  suo  interno
      processo  di  formazione,  essa  rappresenta  ancora  fondamentalmente  addirittura  la  forza

      impulsiva. Il suo contraddire e la sua lotta non si riferiscono, se si considera più attentamente,
      all’ideale  stesso,  ma  solo  alle  sue  opere  esterne,  ai  suoi  travestimenti,  al  suo  gioco  di
      maschere, al suo transitorio indurirsi, al suo farsi legnoso, alla sua dogmatizzazione – torna a
      liberare in esso la vita, negando in esso il dato essoterico. Entrambi queste cose, scienza e
      ideale ascetico insieme posano infatti sullo stesso suolo – già l’ho fatto capire –: cioè sulla
      identica sopravvalutazione della verità (più precisamente; sulla stessa fede nella impossibilità

      di valutare e di criticare la verità), e proprio per ciò esse sono necessariamente  alleate  –
      cosicché,  posto  che  vengano  combattute,  possono  esserlo  sempre  e  solo  insieme  e  insieme
      possono essere messi in questione. Una svalutazione dell’ideale ascetico porta inevitabilmente
      con sé anche una svalutazione della scienza: perciò si dovranno aprire a tempo gli occhi e
      aguzzare  le  orecchie!  (L’arte  sia  detto  sin  da  adesso,  poiché  ritornerò,  in  un  qualche  altro
      momento, più lungamente su questo tema, – l’arte, in cui proprio la menzogna si santifica e la
      volontà d’illusione ha dalla sua la buona coscienza, si contrappone molto più radicalmente

      che  non  la  scienza  all’ideale  ascetico:  se  ne  rese  conto  l’istinto  di  Platone,  il  più  grande
      nemico  dell’arte  che  l’Europa  abbia  avuto  sino  ad  oggi.  Platone  contro  omero:  questo  è
      l’intero, il vero antagonismo – da una parte, chi di buon grado «sta nella trascendenza», il
      grande diffamatore della vita, dall’altra, il suo divinizzatore involontario, la natura aurea. Un
      servaggio  artistico  al  servizio  dell’ideale  ascetico  è,  per  questa  ragione,  la  più  autentica

      corruzione artistica che possa esistere, purtroppo una delle più comuni: poiché niente è più
      corruttibile di un artista). Anche dal punto di vista fisiologico, la scienza si fonda sullo stesso
      terreno  dell’ideale  ascetico:  in  entrambi  i  casi  una  certa  depauperazione  della  vita  è  il
      presupposto  –  gli  affetti  raggelati,  il  ritmo  rallentato,  la  dialettica  in  luogo  dell’istinto,  la
      gravità stampata sui volti e nei gesti (la gravità, questo sintomo inequivocabile di un ricambio
      più faticoso, della vita che lotta e che si affatica di più). Consideriamo le età di un popolo in
      cui  il  dotto  compare  in  primo  piano:  sono  epoche  di  stanchezza,  spesso  di  tramonto,  di
      decadenza – la forza traboccante, la certezza di vita, la certezza di futuro sono scomparse. La

      preponderanza dei mandarini non significa mai nulla di buono: allo stesso modo dell’avvento
      della democrazia, degli arbitrati di pace al posto della guerra, della parità dei diritti per le
      donne, della religione della compassione e di qualsiasi altro sintomo della vita che decade
      (La scienza vista come problema: che cosa significa scienza? cfr. in proposito la prefazione
      alla «Nascita della tragedia»). – No! questa «scienza moderna» – spalancate bene gli occhi! –

      è per ora la migliore alleata dell’ideale ascetico, e proprio per il fatto che è la più inconscia,
      la più involontaria, la più segreta e sotterranea! Fino ad oggi hanno giocato lo stesso gioco, i
      «poveri di spirito» e gli avversari scientifici di quell’ideale (guardiamoci bene, sia detto di
      passaggio, dal pensare che questi siano l’opposto di quelli, qualcosa come i ricchi di spirito –
   98   99   100   101   102   103   104   105   106   107   108