Page 100 - Nietzsche - Genealogia della morale
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a  questo  unico  scopo,  esso  interpreta  spietatamente  epoche,  popoli,  uomini,  non  tollera

      nessuna  alta  interpretazione,  nessun  altro  scopo,  rigetta,  nega,  approva,  conferma  solo  nel
      senso della sua interpretazione (– e è mai esistito un sistema interpretativo più compiutamente
      pensato?); esso non si sottomette a nessuna potenza, anzi crede alla sua supremazia su ogni
      potenza, alla propria assoluta distanza di rango rispetto a ogni potenza – crede che sulla terra
      non esista alcuna potenza che non debba ricevere esclusivamente da parte sua un significato,
      un diritto all’esistenza, un valore, come strumento della sua opera, come via e mezzo verso il
      suo scopo, verso un unico fine... Dov’è il contrario di questo sistema chiuso di volontà, fine e

      interpretazione? Perché manca il contrario?... Dov’è l’altro «unico fine»?... Mi dicono, però,
      che esso non manca, che non solo ha sostenuto una lotta lunga e vittoriosa contro quell’ideale,
      ma che già signoreggia su quell’ideale in tutte le cose più importanti: tutta quanta la nostra
      scienza moderna ne sarebbe la testimonianza – questa scienza moderna che, come una tipica
      filosofia della realtà, crede, palesemente, solo a se stessa, possiede, palesemente, il coraggio
      di  sé,  la  volontà  di  sé  e  sino  ad  oggi  è  riuscita  a  cavarsela  abbastanza  bene  senza  Dio,

      trascendenza  e  virtù  negatrici.  Intanto  un  tale  fracasso  e  tante  chiacchiere  di  agitatori  mi
      lasciano del tutto indifferente: questi trombettieri della realtà sono cattivi musicanti, si sente
      abbastanza chiaramente che le loro voci non provengono abbastanza dal profondo, per bocca
      loro non parla l’abisso della coscienza scientifica – poiché oggi la coscienza scientifica è un
      abisso –, la parola «scienza» su simili bocche da trombettieri è niente altro che una oscenità,
      un abuso, una spudoratezza. Proprio il contrario di quello che si afferma qui, è la verità: la
      scienza oggi non ha nessuna fede in sé, per non parlare di un ideale sopra di sé – e dove essa

      riesce ancora a essere passione, amore, ardore, dolore, non è certo l’ideale di quell’ideale
      ascetico, ma piuttosto la sua forma ultima e più aristocratica. Vi sembra strano?... anche tra i
      dotti di oggi esiste tanta brava gente modesta che lavora, si contenta del suo angoletto e, per il
      fatto di contentarsene, ogni tanto rivendica con molta poca modestia il dovere di contentarsi,
      oggi, specialmente nella scienza, proprio in questo campo ci sarebbero tante cose utili da fare.

      Non ho nulla da obiettare; meno che mai vorrei avvelenare la gioia che questi onesti lavoratori
      hanno  per  il  loro  mestiere.  Ma  col  fatto  che  ora,  nella  scienza,  si  lavora  duramente  e  che
      esistono  lavoratori  soddisfatti,  non  è  per  nulla  dimostrato  che  la  scienza,  come  globalità,
      abbia oggi uno scopo, una volontà, un ideale, una grande appassionata fede. Si verifica, come
      ho detto, il caso contrario: dove non è la più recente forma fenomenica dell’ideale ascetico –
      si tratta qui di casi rari, esimii, ricercati, perché il giudizio globale possa essere modificato –
      oggi la scienza è un nascondiglio per ogni tipo di malumore, di mancanza di fede, di rovelli, di
      despectio sui, di cattiva coscienza – essa è l’inquietudine della mancanza di ideali stessa, il
                                                        ̓
      dolore per l’assenza del grande amore, linsufficienza di una modestia involontaria. oh, che
      cosa non nasconde mai oggi la scienza! o almeno quante cose deve nascondere! la bravura dei
      nostri  dotti,  la  loro  spenta  diligenza,  la  loro  testa  che  fuma  giorno  e  notte,  anche  la  loro
      maestria artigiana – quanto spesso tutto ciò ha il suo vero senso solo nel fare in modo che
      qualsiasi  cosa  diventi  per  loro  oscura!  la  scienza  come  mezzo  di  autoipnosi:  lo  sapete

      questo?... La si vulnera fino all’osso – chiunque frequenti i dotti lo sa – anche solo con una
      parola innocente, ci inimichiamo i nostri dotti amici nel momento in cui si crede di rendere
      loro onore, li facciamo uscire dai gangheri solo per essere stati troppo rozzi da indovinare con
      chi,  in  realtà,  avevamo  a  che  fare,  con  sofferenti,  che  non  vogliono  confessare  a  se  stessi
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