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40 Novelle Hans Christian Andersen
comprese ch'era la Morte, che si avvicinava.
«Come hai potuto trovar la strada sino a qui?» — domandò l'Uomo della Morte. «Come hai
potuto far più presto di me?»
«Sono una mamma!» diss'ella.
La Morte stese la lunga mano per istrappare il tenero fiorellino; ma la mamma ci teneva
sopra ben salde le sue mani, per ripararlo, accosto accosto, pur tremando tutta dalla paura di toccare
una delle foglioline. Allora, la Morte le soffiò sulle mani; ella sentì che quel fiato era più freddo del
più gelido vento, e le mani le ricaddero senza forza.
«Tu, non hai potenza contro di me!» — disse la Morte.
«Ma il Signore può!» — rispose ella.
«Io non faccio se non quello che Egli vuole!» — disse l'Uomo della Morte: «Io sono il suo
giardiniere: prendo tutte le sue piante ed i suoi fiori e li trapianto nel grande giardino del Paradiso,
nel paese sconosciuto; come poi crescano, e come sia lassù, non te lo posso dire.»
«Ridammi il mio bambino!» — disse la madre; e pianse e pregò. Poi, a un tratto, prese con
ciascuna mano due bellissimi fiori, che le stavano accanto, e gridò alla Morte: «Bada che ti strappo
tutti i tuoi fiori, perchè sono disperata!»
«Non li toccare!» — urlò la Morte. «Tu dici che sei infelice, e vorresti fare che un'altra
mamma fosse altrettanto infelice di te?»
«Un'altra mamma!» — mormorò la povera donna: e lasciò subito i fiori.
«Eccoti i tuoi occhi;» — disse la Morte: «Li ho pescati nel lago: luccicavano tanto!... Non
sapevo che fossero tuoi. Riprendili, (ora essi vedono più chiaro di prima), e guarda giù in fondo a
questo pozzo. Ti dirò i nomi dei due fiori, che tu volevi strappare, e tu ne vedrai tutto l'avvenire,
tutta la vita umana; e vedrai quello che volevi turbare od annientare.»
Essa guardò nel pozzo, e fu tutta beata di vedere come l'uno fosse per il mondo una
benedizione, e quanta felicità e quanto bene spandesse intorno a sè. Vide il destino dell'altro, ed era
tutto guai e miserie, sventura e patimento.
«Entrambi sono secondo la volontà di Dio!» — disse la Morte.
«Quale è il fiore della sventura, quale il fiore della felicità?» — domandò essa.
«Ah, non te lo dico;» — rispose la Morte: «Ma questo solo saprai da me: che uno dei due
fiori era quello del tuo bambino, che uno era il destino del tuo figliuolo, e che tu hai veduto il suo
avvenire.»
Allora, la madre fu presa dal terrore e gridò: «Quale dei due era il destino del mio bambino?
Dimmelo! Risparmia l'innocente, risparmia il mio bambino da ogni sventura! Piuttosto, portatelo
via! Portalo piuttosto nel Regno di Dio! Dimentica le mie lacrime, dimentica tutto quello che ho
detto, tutto quello che ho fatto!»
«Non ti capisco!» — disse la Morte: «Vuoi tu riavere il tuo bambino, o debbo portarlo via
con me, dove tu non sai?»
La madre si torse le mani, cadde in ginocchio e pregò il Signore: «Non mi ascoltare, se io
prego contro la volontà Tua, che è la migliore! Non mi ascoltare!»
E chinò la testa sul petto.
La Morte portò via il suo bambino, nel Paese sconosciuto.
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