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40 Novelle                                                              Hans Christian Andersen

            sgombra e bassa per potersi arrischiare a traversarla a guado; e pure doveva passarla, per andare dal
            suo bambino; e allora ella si accinse a bere il lago... Questo, nessun uomo al mondo l'avrebbe potuto
            fare; ma la povera mamma addolorata confidò che forse accadrebbe un miracolo.
                   «No, così non facciamo niente!» — disse il lago «Vediamo piuttosto, se non ci potessimo
            combinare. Mi piace tanto far raccolta di perle, e i tuoi occhi sono le più lucenti ch'io abbia mai
            vedute. Se vuoi cedermele in pianto e lasciarle cadere dentro di me, ti porterò all'altra riva, dov'è la
            grande serra in cui la Morte trapianta i suoi fiori ed i suoi alberi, ognuno dei quali è una vita
            umana.»
                   «Oh, che cosa non ti darei, per andare dov'è il mio bambino?» — disse la madre piangendo;
            e pianse ancora più forte, sin che gli occhi le caddero in fondo al lago e divennero due perle
            preziose. Allora, il lago la sollevò come a volo, e con un solo slancio la depose sull'altra riva, sulla
            quale sorgeva un immenso edificio meraviglioso, lungo miglia e miglia.
                   Non si sarebbe potuto dire se fosse una montagna con boschi e caverne, o se fosse opera
            dell'uomo: la povera mamma però non poteva vederlo, perchè, a forza di piangere, non aveva più
            occhi.
                   «Dove potrò ora trovare la Morte, che m'ha portato via il mio bambino?» — sospirava.
                   «Qui non è arrivata ancora,» — disse la Vecchia delle Tombe, alla quale era affidata la
            custodia della grande serra della Morte. «Come hai potuto giungere sin qui, e chi ti ha aiutata?»
                   «Il Signore mi ha aiutata!» rispos'ella: «Egli  è misericordioso, ed anche tu mi userai
            misericordia. Dove posso trovare il mio bambino?»
                   «Brava! io non lo conosco,» — ribattè la donna, «e tu non ci vedi!... Molti fiori e molte
            piante sono appassite questa notte: la Morte verrà tra poco a trapiantarle. Sai bene che ogni uomo, a
            seconda del proprio stato, ha il suo albero od il suo fiore di vita; in apparenza sono come tutti gli
            altri vegetali, ma dentro ci batte un cuore. Anche i cuori dei bambini battono. Tendi bene l'orecchio
            al battito dei cuori e forse potrai riconoscere il tuo bambino. Ma che cosa mi darai, se ti dico quello
            che devi far dopo?»
                   «Io non ho altro da poter dare!» — disse la povera mamma: «Ma andrò per te sino in capo al
            mondo.»
                   «In capo al mondo, io non ci ho niente che fare,» — rispose la vecchia: «ma tu puoi darmi
            piuttosto i tuoi lunghi capelli neri: devi sapere anche tu che son belli! Mi piacciono, e in cambio ti
            darò i miei capelli bianchi: è pur sempre qualche cosa!»
                   Se non vuoi che questo!...» — diss'ella: «Te li do con gioia!» E le diede i suoi bei capelli
            neri, ed ebbe in cambio quelli bianchi come la neve della vecchia.
                   Poi andarono nella grande serra della Morte, ove crescevano, stranamente mescolati, alberi e
            fiori: Sotto certi ripari di vetro, c'erano delicati giacinti, e più là grandi piante di peonie, forti come
            alberi; c'erano piante acquatiche, alcune fresche, altre mezzo appassite, e le idre ci si annidavano
            sopra, e i granchi neri si arrampicavano sugli steli. C'erano magnifiche palme, quercie e platani, e
            poi, più in là, prezzemolo e timo fiorito; ogni albero, ogni pianta portava un nome speciale: ognuna
            era una vita umana. Le persone vivevano ancora, chi nella Cina, chi in Groenlandia, sparse su tutti i
            punti della terra. C'erano grossi alberi in vasi troppo piccini, così che apparivano rattrappiti ed il
            vaso era lì lì per iscoppiare; di quando in quando, s'incontrava anche qualche piccolo fiore delicato,
            in una zolla di terra grassa, coperta tutto all'ingiro di musco, teneramente coltivato. — La povera
            mamma si chinava sulle piantine più basse ascoltando il battito umano di tutti quei cuori, e, tra
            mezzo a milioni e milioni, riconobbe il suo bambino.
                   «Eccolo!» — gridò, — e stese la mano ad un piccolo fiore di croco azzurro, tutto avvizzito e
            chinato a terra da un lato.
                   «Non toccare il fiore!» — ammonì la vecchia: «Mettiti là accanto, invece, e quando arriva la
            Morte, che dovrebb'esser qui da un momento all'altro, — io lo so, — non  lasciarle strappare la
            pianta. Minacciala, in caso, di fare altrettanto con le altre piante; così incomincerà ad impensierirsi.
            Di tutte deve render conto dinanzi al Signore, e nessuna pianta può esser divelta senza il Suo
            consenso.»
                   Tutto ad un tratto, si sentì nella sala una folata di aria gelida, e la povera mamma cieca

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