Page 124 - 40 Novelle
P. 124

40 Novelle                                                              Hans Christian Andersen

            oramai, non prepareranno che una fossa. Bimbo mio, non ci posso durare!»
                   «Ma non devi guardar le cose dal lato più malinconico,» — disse il ragazzino: «A me, tutto
            sembra più tosto bello, anzi qui; e poi tutti i vecchi pensieri vengono a fare le loro visite, col corteo
            che si trascinano dietro...»
                   «Sì, ma io non li vedo, non li conosco io!» —  ribattè il soldatino: «Ah, credimi, non ci
            resisto!»
                   «E pure bisogna!» — disse il fanciullo.
                   Il vecchio signore tornò dalla stanza accanto, tutto sorridente, portando le più squisite frutta
            in composta, e mele e noci in abbondanza; e allora il ragazzo non pensò più al soldatino, e se ne
            andò a casa beato e contento.
                   Passarono i giorni e le settimane, e ci fu grande scambio di saluti tra la vecchia casa e la casa
            del ragazzino. Poi egli ritraversò la strada e tornò un'altra volta dal suo vecchio amico.
                   I trombettieri scolpiti suonarono di nuovo: «Teretetè, teretetè! Vedete chi c'è! Tereteteee!»
            — le sciabole e le armature tintinnarono, le vesti di broccato delle dame salutarono col fruscìo; il
            cuoio ne disse delle sue, ed i seggioloni intagliati si lamentarono dei reumatismi alla spalliera. Tutto
            tal quale preciso identico come la prima volta, perchè là dentro ogni giorno, ogni ora era identica
            alle altre.
                   «Non posso durarci!» — disse il soldatino: «Ho pianto lacrime di stagno. È troppo tetro qua
            dentro. Preferirei andare alla guerra e perderci le gambe e le braccia: almeno sarebbe un diversivo!
            Non ci posso durare. Ho imparato, ora, non dubitare, che sieno le visite dei vecchi pensieri, e so il
            corteo che portano con sè. I miei vengono, sì, a trovarmi, ma ti so dir io che alla lunga sono un certo
            spasso... Sono stato sul punto di buttarmi dal cassettone! Vi vedevo, tutti voi altri della casa di
            contro, ma proprio come se foste stati qui. Era domenica mattina, e tutti voi, figliuoli, stavate
            intorno alla tavola, cantando in coro la bella preghiera che vi ha insegnata il parroco nuovo; ed
            eravate tutti a mani giunte, composti, e il babbo e la mamma, serii e raccolti, pregavano anch'essi
            con voi. La porta si aperse ed entrò la Mimma, quella che ha due anni e si metter a ballare
            qualunque musica senta, di qualunque genere. Non era il momento, ma si mise senz'altro a ballare,
            sebbene non riuscisse a prendere il tempo giusto, perchè il canto era troppo lento. Stava prima su di
            una gamba, e si chinava tutta tutta da un lato, sin quasi a terra, ma anche così il passo non era mai
            lungo abbastanza... Voi tutti siete rimasti serii, e pure non era tanto facile; ma io risi dentro di me, e
            caddi giù dalla tavola, e ci guadagnai una sbucciatura, che ci ho ancora il segno, perchè non istava
            bene di ridere in quel momento. Ma tutto ciò, e  quant'altro mai ho provato in vita mia, mi si
            riaffaccia ora come visione interiore; e debbono  essere questi i vecchi pensieri e il corteo che
            menano con sè. Dimmi, cantate sempre in coro la domenica? Raccontami qualche cosa della
            Mimma! E come sta il mio camerata, l'altro soldatino di stagno? Ah, lui sì dev'essere felice! Ma io...
            io non ci posso durare!»
                   «Tu sei stato donato,» — disse il ragazzino, «e  devi rimanere dove sei. Non lo capisci
            questo?»
                   Il vecchio signore entrò con una cassetta, in cui erano tante cosine da vedere — barattolini di
            belletto, e boccette di essenze, vecchie carte da gioco, così grandi e con tante dorature, come in oggi
            non se ne vedono più; e molte scatole e astucci furono aperti, e fu aperto anche il piano, che aveva
            l'interno del coperchio ornato di paesaggi. Ma il piano era proprio fioco quando il vecchio signore si
            mise a suonare, mormorando come tra sè il motivo di una vecchia canzone.
                   «Ah, quella sì sapeva cantare!» — esclamò, e volse il capo al ritratto comprato dal rigattiere,
            e gli occhi gli si inumidirono.
                   «Voglio andare alla guerra! Voglio andare alla guerra!» — gridò il soldatino, quanto più
            forte potè; e si buttò a capofitto dal cassettone.
                   Dov'era andato? Il vecchio signore cercò, il ragazzino cercò; ma s'era così bene riposto, che
            non fu possibile di ritrovarlo.
                   «Oh, lo troverò io!» — disse il vecchio signore.
                   Ma non lo trovò mai più: il pavimento era così scrostato e pieno di buchi, che il soldatino era
            caduto dentro ad una fenditura, e là era rimasto, come in una fossa aperta.

                                                           122
   119   120   121   122   123   124   125   126   127   128   129