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40 Novelle                                                              Hans Christian Andersen

            azzurri s'era potuto alzare, e splendette come mai la bianca tela aveva saputo risplendere. In un
            momento, tutte le lettere dello scritto divennero rosse, e tutte le parole ed i pensieri andarono in
            fiamme.
                   «Ora, io salgo diritto diritto sino al sole!» — risuonò una voce in mezzo alla fiamma; e
            pareva che cento voci gridassero insieme; e la fiamma andò su su per il camino e uscì dal
            fumaiolo... Ma più sottili della fiamma, del tutto invisibili ad occhio umano, si librarono nell'aria
            alcune creaturine minuscole, — tante, quanti erano stati i fiorellini del lino. Erano anche più leggere
            della fiamma da cui erano nate, e quando questa si spense, e della carta altro non rimase se non la
            cenere, ci ballarono sopra ancora un poco: dove posavano il piede si vedevano le orme infocate, ed
            erano le piccole scintille rosse, le quali rappresentano le monachine che escono dal coro, con la
            madre badessa che viene l'ultima. Era una gioia starle a guardare; e tutti i bambini di casa, davanti
            alla cenere spenta, cantarono:

                                              Cri-crac-cri! Cri-crac-cri!
                                                La canzon finisce qui.

                   Ma i piccoli esseri invisibili dissero in vece: «Mai la canzone finisce, mai; e questo è il più
            bello di tutta la storia! E noi lo sappiamo, e per questo siamo più felici di tutti!»
                   Questo, però, i bambini non poterono sentirlo, nè comprenderlo. E, del resto, non importava:
            i bambini non hanno mica da saper tutto!

























































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