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40 Novelle Hans Christian Andersen
LA VECCHIA CASA
C'era una volta, all'angolo di una strada, una casa vecchia vecchia. Aveva quasi trecent'anni;
e il conto era presto fatto, del resto, perchè la data stava scolpita sotto al terrazzino, incorniciata da
un ornato di tulipani e di viticci. Si potevan leggere ancora molte scritte in caratteri antichi, con
interi versi. Sopra ogni finestra, sull'architrave, era scolpito un mascherone, e tutti d'accordo questi
mascheroni facevan certi versacci... Il piano superiore sporgeva assai più innanzi del pianterreno; e
sotto al tetto c'era una grondaia di piombo con un drago. Ma l'acqua piovana, che avrebbe dovuto
uscire dalla bocca, usciva in vece dal ventre del drago, perchè nella doccia c'era un buco.
Tutte le altre case di quella strada erano ancora nuove e linde, con grandi cristalli e muraglie
intonacate di fresco. Si vedeva subito che non volevano avere a che fare con quella vecchia casa.
Forse, tra loro, avranno pensato: «Per quanto tempo ancora dovremo vederci dinanzi quella vecchia
topaia? Dà scandalo a tutta la contrada! Il terrazzo, poi, sporge tanto, che impedisce di vedere dalle
nostre finestre quello che accade in fondo alla via. La gradinata è larga come quella di un castello, e
così ripida, che par che meni in cima ad un campanile. Le inferriate sembrano i cancelli di una
tomba di famiglia, ed hanno persino le borchie d'ottone. Che caricatura!»
Proprio di contro ad essa, stavano alcune casette, più nuove e più linde delle altre, che la
pensavano anch'esse così; ma ad una delle finestre era affacciato un ragazzino, bianco, rosso e
paffuto, con due occhioni vivi e scintillanti, al quale, anzi, la vecchia casa piaceva più delle altre,
tanto alla luce del sole, quanto se la imbiancava la luna. E mentre guardava giù, ai muri, dai quali
l'intonaco era caduto, si divertiva ad immaginare l'aspetto che doveva avere la contrada in antico,
con i balconi sporgenti, e le gradinate, e i frontoni aguzzi: e gli pareva di vedere i soldati con le
alabarde, e le docce delle grondaie che andassero in giro per la città, sotto forma di grifi e di
dragoni.
Era una casa che metteva conto di starla a guardare; ed in essa viveva un vecchio signore, il
quale portava ancora i calzoni al ginocchio, come usava una volta, la giubba coi bottoni di ottone, e
una parrucca, che si vedeva subito ch'era una parrucca. Ogni mattina un vecchio andava da lui, a
ripulire le stanze ed a fare i servizii. Del resto, il signore dai calzoni corti viveva solo soletto nella
vecchia casa. Tal volta, si affacciava ad una finestra e guardava fuori; e il ragazzino lo salutava del
capo, e il vecchio signore salutava il ragazzino; e così fecero conoscenza e divennero amici,
sebbene non si fossero mai detti una parola. Ma di parole non c'è sempre bisogno.
Un giorno il ragazzino sentì dire: «Con tutti i suoi danari, quel povero vecchio qui di contro
deve sentirsi ben solo!...»
La domenica dopo, il fanciullo prese un pezzo di carta, preparò un involtino, e andò all'uscio
della casa antica; e quando vide passare il vecchio che faceva i servizii al signore: — «Sentite,» —
gli disse: «vorreste portare questo involto al vecchio signore che sta di contro a noi? Io ho due
soldatini di stagno: ne ho messo uno qui dentro, e voglio darlo a lui, perchè dicono che deve sentirsi
tanto solo!»
Il domestico parve molto contento; disse: «Sarà servito!» — e portò il soldatino nella
vecchia casa. Più tardi, venne con un'ambasciata, domandando se il signorino non fosse disposto ad
andare a far visita al suo padrone. I genitori diedero il permesso, e fu così che il ragazzo capitò per
la prima volta nella vecchia casa.
Sulla ringhiera della gradinata, le borchie d'ottone scintillavano anche più dell'usato: si
sarebbe detto che volessero far omaggio al piccolo visitatore. E pareva che i trombettieri scolpiti —
perchè sulle porte c'erano proprio due trombettieri, che uscivano dal calice di un tulipano —
soffiassero nelle lunghe trombe con quanto fiato avevano: mai come quel giorno avevano avuto le
gote tanto gonfie. «Teretetè! Teretetè! Vedete che visita c'è!» E la porta si aperse.
Le pareti dell'atrio erano tutte coperte di vecchi ritratti — cavalieri con l'armatura, dame
vestite di broccato; e le armature stridevano, e il broccato mandava un certo fruscìo... Poi c'era una
scala, che andava su su su, e poi giù di nuovo per alcuni gradini; e si arrivava ad un'altana, ch'era, a
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