Page 88 - Quel che una pianta sa
P. 88

QUEL CHE UNA PIANTA SA


               La pianta sorda

                 Seri e rispettabili studi scientifici ci hanno permesso di con­
               cludere che i suoni prodotti dalla musica sono irrilevanti per
               una pianta. Ma ne esistono altri che, almeno teoricamente, po­
               trebbero risultare un vantaggio per una pianta che reagisse al­
               la loro presenza? Il professor Stefano Mancuso,25 direttore del
               Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale dell’U-
               niversità di Firenze, ha impiegato recentemente delle onde so­
               nore per incrementare il raccolto di un vigneto in Toscana. Ma
               le basi biologiche di questo uso delle onde sonore in agricoltu­
               ra non sono ancora chiare.
                 Lilach Hadany, una bioioga teorica dell’Università di Tel
               Aviv, usa modelli matematici per studiare l’evoluzione, e ipo­
               tizza che le piante reagiscano effettivamente ai suoni, ma che
               noi non siamo ancora riusciti a compiere gli esperimenti adat­
               ti a rilevare questo comportamento. Di fatto, nella scienza in
               generale l’assenza di una conferma sperimentale non equivale
               a una conclusione negativa. Secondo il parere di Hadany, do­
               vremmo concepire uno studio che utilizzi un suono provenien­
               te dal mondo naturale e che sia noto per influenzare un proces­
               so specifico della pianta. Uno di questi potrebbe essere il ronzio
               delle api. In un processo al quale ci si riferisce come ronzio di
              impollinazione, i calabroni stimolano un fiore a rilasciare il pol­
              line facendo vibrare rapidamente i loro muscoli alari senza far
               sbattere realmente le ali, e originando una vibrazione ad alta
              frequenza. Ma anche se questa vibrazione può essere udita (è
               il ronzio che sentiamo al volare di un’ape), il rilascio del polli­
              ne richiede un contatto fisico fra l’ape che vibra e il fiore. Così,
              proprio come una persona sorda può sentire e reagire alle vi­
              brazioni della musica, i fiori sentono e rispondono alle vibra­
               zioni dei calabroni, senza necessariamente udirle. Però, è con­
              cepibile che le vibrazioni possano influenzare il fiore anche in
              una qualche altra maniera, non ancora riscontrata.
                 Seguendo lo stesso percorso Roman Zweifel e Fabienne
               Zeugin dell’Università di Berna, in Svizzera,26 hanno insisti­
              to sulla presenza di vibrazioni ultrasoniche emanate da alberi


                                           96
   83   84   85   86   87   88   89   90   91   92   93