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QUEL CHE UNA PIANTA SA

               soltanto quattro differenti nucleotidi, adenosina, timina, cito-
               sina e guanina, abbreviati in A, T, c  e G. La combinazione spe­
               cifica di questi nucleotidi fornisce il codice per l’elaborazione
               di varie proteine. La mutazione anche di pochi nucleotidi op­
               pure una loro eliminazione può modificare il codice in manie­
               ra irreparabile. I BRCA sono geni che, quando vanno incontro
               a mutazioni oppure a interruzioni della loro sequenza, pos­
               sono causare il cancro al seno; in circostanze normali, invece,
               svolgono un ruolo chiave nel determinare il momento in cui le
               cellule devono scindersi. Quando i geni BRCA non funzionano
               normalmente, le cellule si dividono troppo spesso, e ciò può,
               appunto, condurre al cancro. Il CFTR è un gene che, una volta
               mutato oppure interrotto, causa la fibrosi cistica, ma normal­
               mente regola il trasporto degli ioni cloro attraverso la membra­
               na cellulare. Quando questa proteina non funziona, il trasporto
               dello ione cloro nei polmoni (e in altri organi) viene bloccato,
               conducendo all’accumulo di un denso muco, che si manifesta
               clinicamente come una malattia respiratoria.
                  I nomi di questi geni non hanno, quindi, niente a che fare
               con le loro  funzioni biologiche, ma solo con una eventuale con­
               seguenza clinica della loro alterazione. Ma cosa fanno questi
               geni, nelle piante verdi? Il genoma dell’arabidopsis contiene
               BRCA,  CFTR e diverse centinaia di altri geni associati a malattie
               e menomazioni umane, perché sono essenziali per la biologia
               cellulare di base.  Questi importanti geni si erano già evoluti
               circa 1,5 miliardi di anni fa nell’organismo unicellulare che ha
               rappresentato l’antenato comune evolutivo sia delle piante sia
               degli animali.  Ovviamente, mutazioni di questi “geni di ma­
               lattie”  umani nella loro versione vegetale nell’arabidopsis al­
               terano anche le funzioni della pianta. Per esempio, mutazioni
               nei geni del cancro al seno dell’arabidopsis23 conducono a una
               pianta le cui cellule dello stelo (sì, l’arabidopsis ha cellule del­
               lo stelo) si dividono più delle cellule normali, e l’intera pianta
               è ipersensibile alle radiazioni, elementi caratteristici anche del
               cancro nell’essere umano.
                  Quanto appena detto pone nella giusta luce il concetto di
               gene “sordo”, ovvero di un gene che-quando subisce una mu­


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