Page 82 - Quel che una pianta sa
P. 82

QUEL CHE UNA PIANTA SA


              protagonista del libro in questione poggia su impressioni sog­
              gettive, basate soltanto su un esiguo campione di piante. Il no­
              to fisiologo vegetale, docente e scettico dichiarato Arthur Gal-
              ston riassunse succintamente la questione, quando scrisse nel
              1974:  “Il guaio con La vita segreta delle piante è che consiste
              pressoché esclusivamente di bizzarre affermazioni senza ade­
              guate evidenze a sostegno”.17 Ma ciò non impedi a quel volume
              di influenzare la cultura odierna.
                 Mancano dati recenti a sostegno di qualsiasi significativa ri­
              sposta delle piante al suono. Tuttavia, un attento esame della
              letteratura scientifica offre risultati disseminati in articoli che
              riportano altre scoperte, i quali sfatano il concetto che le pian­
              te siano in grado di udire. Nel saggio di Janet Braam sull’iden­
              tificazione dei geni TCH  (i geni attivati in seguito al contatto
              con una pianta),18 la ricercatrice spiegava di aver controllato
              se oltre alla stimolazione fisica, questi geni fossero attivati an­
              che dall’esposizione alla musica “a palla”  (che, nel suo caso,
              era fornita dai Talking Heads). Ahimè, no. Analogamente, in
              Physiology and Behaviour ofPlants,19 il ricercatore Peter Scott
              riportò una serie di esperimenti allestiti per controllare se il
              mais fosse influenzato dalla musica, nello specifico dalla Sym-
              phonie Concertante di Mozart e da Bat Out ofH ell dei Meat
              Loaf (è sorprendente quanto possano dirci tali esperimenti sui
              gusti musicali di uno scienziato). Nel primo esperimento i semi
              esposti a Mozart oppure ai Meat Loaf germinavano più rapi­
              damente rispetto a quelli cresciuti nel silenzio. Ciò andrebbe
              a vantaggio di chi sosteneva che la musica influenza le piante,
              e a sfavore di quanti pensano che Mozart sia qualitativamente
              migliore dei Meat Loaf.
                 Ma è qui che entra in gioco l’importanza di severi controlli
              sperimentali.  Gli esperimenti proseguirono; ma questa volta
              un piccolo ventilatore faceva circolare lontano dai semi l’aria
              riscaldata dagli altoparlanti. Il risultato fu che non sussisteva
              alcuna differenza fra le percentuali di germinazione dei semi
              rimasti al silenzio e quelli esposti alla musica. Nel caso della
              prima serie di esperimenti gli scienziati scoprirono che gli al­
              toparlanti che trasmettevano la musica avevano evidentemente


                                           90
   77   78   79   80   81   82   83   84   85   86   87