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QUEL CHE UNA PIANTA PROVA

             ci più a fondo nella biologia di base della cellula vegetale, che
             è formata da due componenti principali. Il protoplasto, simi­
             le alle cellule degli animali, somiglia a un palloncino riempito
             d’acqua, con una sottile membrana che circonda un liquido in­
             terno. Quest’ultimo contiene numerose parti microscopiche,
             che comprendono il nucleo, i mitocondri, proteine e il DNA. A
             rendere uniche e particolari le cellule vegetali è la caratteristica
             che il protoplasto si trova racchiuso aU’interno di un secondo
             componente, una struttura simile a una scatola e chiamata pare­
             te cellulare, che fornisce alla pianta la sua resistenza in assenza
             del sostegno da parte di uno scheletro. Nel legno, nel cotone e
             nei gusci di noce, per esempio, le pareti cellulari sono spesse e
             resistenti, mentre nelle foglie e nei petali sono sottili e flessibili
             (noi siamo incredibilmente dipendenti da queste pareti cellula­
             ri, dal momento che vengono usate per produrre carta, mobili,
             vestiti, corde e persino carburante).
                Di norma, il protoplasto contiene così tanta acqua da pre­
             mere energicamente contro la parete cellulare che lo avvolge,
             e ciò consente alle cellule vegetali di essere molto resistenti e
             rigide, e di sopportare il peso. Ma quando la pianta manca di
             acqua, sulle pareti cellulari viene esercitata poca pressione, e
             la pianta si affloscia. Pompando acqua dentro e fuori le cellu­
             le, la pianta può controllare quanta pressione viene applicata
             sulla parete cellulare. Le cellule del pulvino alla base di ogni
             fogliolina di Mimosa esercitano proprio questa funzione, agen­
             do come minipompe idrauliche in grado di far muovere le fo­
             glie: quando vengono riempite d’acqua, spingono le foglioline
             ad aprirsi, mentre nella situazione opposta la pressione cala e
             le foglie si ripiegano in se stesse.
                Dove entrano in gioco i potenziali di azione elettrici? Questi
             rappresentano il segnale che dice alle cellule di pompare acqua
             all’interno oppure all’esterno. In condizioni normali, quando le
             foglie della Mimosa sono aperte, le cellule del pulvino sono pie­
             ne di ioni potassio, e l’elevata concentrazione di potassio rispet­
             to all’esterno spinge l’acqua a entrare all’interno della cellula, in
             un inutile tentativo di diluire il potassio; ciò porta a una gran­
             de pressione sulla parete cellulare -  e quindi alla foglia distesa.


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