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QUEL CHE UNA PIANTA SA


              gola sia la carica elettrica della cellula sia la comunicazione fra
              le cellule. Nelle cellule vegetali aiuta a mantenerne il turgore
              (come nelle cellule del pulvino della Mimosa) e fa anche parte
              della parete cellulare. Negli esseri umani e negli altri animali
              il calcio è essenziale per far propagare i segnali elettrici da un
              neurone all’altro e anche per la contrazione dei muscoli. Anche
              se non conosciamo ancora tutte le modalità con le quali il cal­
              cio regola tali differenti fenomeni allo stesso tempo, nel campo
              sono in corso intensi studi.
                 Gli scienziati sanno che in seguito a una stimolazione mec­
              canica, come un ramo che viene scosso oppure una radice che
              tocca una roccia, la concentrazione di ioni calcio in una cellu­
              la vegetale aumenta rapidamente per poi calare. Questo pic­
              co influisce sulla carica attraverso la membrana cellulare, ma
              influenza anche direttamente diverse funzioni cellulari come
              “secondo messaggero”, molecola mediatrice che trasporta in­
              formazione da recettori specifici a specifici output. Questo cal­
              cio solubile libero da solo non è molto efficiente nel provocare
              una reazione, perché la maggior parte delle proteine non può
              legarsi direttamente a esso; pertanto, sia nelle piante sia negli
              animali, di solito funziona insieme a un piccolo numero di pro­
              teine che legano il calcio.
                 Fra queste, la più studiata è la calmodulina (caicmm moduh-
              ted protez«, proteina modulata dal calcio). Si tratta di una pro­
              teina relativamente piccola ma assai importante, che quando si
              lega al calcio interagisce con quest’ultimo e modula l’attività di
              un certo numero di proteine che nell’essere umano sono coin­
              volte in vari processi -  come la memoria, l’infiammazione, la
              funzione muscolare, e la crescita dei nervi. Tornando alle pian­
              te, Janet Braam dimostrò che quel primo gene TCH codificava
              la calmodulina. In altre parole, quando toccate una pianta, che
              sia l’arabidopsis oppure la papaya, una delle prime cose che
              questa fa è produrre calmodulina. Più esattamente, una pianta
              produce più calmodulina per interagire con il calcio che libera
              durante i potenziali di azione.
                 Grazie al costante lavoro di Braam e di altri ricercatori,12 ora
              sappiamo che quando un insetto si posa sulla foglia, un animale

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