Page 74 - Quel che una pianta sa
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QUEL CHE UNA PIANTA SA
te possano udire non ci sorprende affatto. Molti di noi hanno
sentito parlare di racconti di piante che fiorivano in stanze do
ve risuonava musica classica (anche se qualcuno sostiene che a
mettere in moto una pianta sia in realtà la musica pop).1 Nor
malmente, però, molte ricerche sul rapporto fra la musica e le
piante sono state condotte da alunni della scuola primaria o
da investigatori dilettanti che non rispettano necessariamente
i sistemi di controllo dei laboratori che procedono con meto
do scientifico.2
Prima di indagare la possibilità che le piante siano davve
ro in grado di udire, vediamo di capire meglio come funzio
na l’udito umano. Una definizione comune di “udito”3 è “la
capacità di percepire il suono rilevando vibrazioni median
te un organo come l’orecchio”. Il suono è un continuum di
onde di pressione che si propaga attraverso l’aria, attraverso
l’acqua e persino attraverso oggetti solidi come una porta o
il suolo. Queste onde hanno origine quando viene colpito un
oggetto (un tamburo, per esempio), oppure quando si crea
una vibrazione ripetuta (come quando si pizzica una corda),
provocando una compressione ritmica dell’aria. Noi avvertia
mo queste onde di pressione dell’aria tramite una particolare
forma di meccanocezione da parte delle cellule ciliate sensi
bili al tatto presenti nel nostro orecchio interno. Tali cellu
le ciliate sono nervi specializzati meccanosensoriali dai qua
li partono filamenti simili a capelli chiamati stereociglia che
si piegano quando vengono colpiti da un’onda di pressione
dell’aria (ovvero, dal suono).
Le cellule ciliate presenti nelle nostre orecchie convoglia
no due tipi di informazione: il volume e il tono. Il volume (in
altre parole, la forza del suono) viene determinato dall’altezza
delle onde che raggiungono l’orecchio, ovvero da quella che
è meglio nota come ampiezza delle onde. Forti rumori pre
sentano un’alta ampiezza, e rumori più tenui hanno una bassa
ampiezza. Più alta è l’ampiezza e più le stereociglia si piegano.
Il tono, invece, è una funzione della frequenza della pressione
delle onde - ovvero il numero di onde rilevato in un secondo,
a prescindere dalla loro ampiezza. Maggiore è la frequenza