Page 46 - Quel che una pianta sa
P. 46

QUEL CHE UNA PIANTA SA

             rono due, una foglia che era stata mangiata e un’altra integra;
             poi presero una foglia da una pianta vicina, ma sana e “non in­
             festata”, e una foglia da una pianta che era stata tenuta isolata
             da ogni contatto con gli scarabei e con le piante infestate. Gli
             scienziati identificarono la sostanza chimica volatile nell’aria
             che circondava ogni foglia sfruttando una tecnica avanzata nota
             come gascromatografia-spettrometria di massa (spesso presen­
             te nel telefilm csi -  Scena del crimine e impiegata dalle aziende
             produttrici di profumi nello sviluppo di una nuova fragranza).
                Heil trovò che l’aria emessa dalle foglie divorate e da quel­
             le sane della stessa pianta conteneva essenzialmente le stesse
             sostanze chimiche volatili, mentre l’aria attorno alla foglia di
             controllo non presentava tali gas. In aggiunta, anche l’aria at­
             torno alle foglie sane delle piantine vicine a quelle infestate da­
             gli scarabei conteneva gli stessi volatili rilevati sulle piante at­
             taccate. Le piante sane avevano, inoltre, minori probabilità di
             essere attaccate dagli insetti.
                Con questa serie di esperimenti, Heil confermò gli studi
             precedenti, mostrando che la loro vicinanza con quelle aggre­
             dite forniva alle foglie integre un vantaggio difensivo contro
             gli insetti. Ma Heil non era convinto che le piante danneggiate
              “parlassero”  alle altre per avvertirle dell’attacco incombente.
             Piuttosto, sostenne che le piante vicine dovevano praticare una
             sorta di “origliamento olfattivo” di un segnale interno, rivolto
             in realtà alle altre foglie della pianta aggredita.
                Per mettere alla prova l’ipotesi, lo scienziato modificò il suo
             impianto sperimentale in maniera semplice,  ma ingegnosa.
             Tenne le due piante una vicina all’altra, ma chiuse in sacchet­
             ti di plastica per ventiquattro ore la foglia attaccata. Quando
              controllò gli stessi quattro tipi di foglie come nel primo esperi­
              mento, ottenne risultati differenti. Mentre, come in preceden­
              za, la foglia attaccata continuava a emettere le stesse sostanze
              chimiche, le altre foglie della stessa pianta e quelle della pian­
              ta vicina adesso rassomigliavano alla pianta di controllo; l’aria
              attorno alle loro foglie era pulita.
                Heil e il suo team aprirono il sacchetto attorno alla foglia at­
              taccata e, con l’aiuto di un piccolo ventilatore che veniva usa­


                                          52
   41   42   43   44   45   46   47   48   49   50   51