Page 44 - Quel che una pianta sa
P. 44

QUEL CHE UNA PIANTA SA


              quale l’estensore speculava circa “alberi parlanti la cui cortec­
              cia è peggiore della loro ruggine”.* Tutta questa attenzione del
              pubblico non contribuì certo a convincere gli scienziati a so­
              stenere le idee riguardo alla comunicazione chimica avanzate
              da Baldwin e colleghi. Ma nel decennio scorso, il fenomeno
              della comunicazione delle piante attraverso l’odore fu dimo­
              strato più e più volte in un grande numero di piante, compre­
              so l’orzo, l’artemisia tridentata e l’ontano; e Baldwin, al tem­
              po della pubblicazione originale un giovane chimico appena
              uscito dal college, andò incontro a una carriera scientifica di
              primo piano.**
                 Il fenomeno delle piante influenzate dalle loro vicine me­
              diante segnali chimici inviati nell’aria è ora un paradigma ac­
              cettato dal punto di vista scientifico; però rimane ancora senza
              risposta la domanda: le piante comunicano veramente fra di
              loro (in altre parole, si avvertono di proposito del pericolo in
              arrivo), oppure quelle sane semplicemente origliano un soli­
              loquio delle piante infestate, che non  “volevano” farsi senti­
              re da nessuno? Quando una pianta libera un odore nell’aria,
              si tratta di una forma di comunicazione oppure, per così di­
              re, soltanto di un gas effimero? Il concetto di una pianta che
              chiede aiuto e avverte le proprie vicine ha una sua allegorica
              e antropomorfica bellezza, ma riflette davvero l’intento origi­
              nale del segnale?
                 Martin  Heil  e  il  suo  team9  al  Centre  for Research  and
              Advanced Study di Irapuato, in Messico, studiarono per di­
              versi anni i fagioli di Spagna selvatici (Phaseolus lunatus) allo
              scopo di indagare ulteriormente su tale questione. Heil sapeva
              che quando viene divorata dagli scarabei, una pianta di fagio­
              li di Spagna reagisce in due modi distinti. Le foglie che sono
              state mangiate dagli insetti liberano nell’aria una miscela di
              sostanze chimiche volatili, e i fiori (sebbene non direttamente
               attaccati dagli scarabei) producono un nettare che attrae gli

               * Gioco di parole: bark in inglese significa sia “corteccia” sia “latrato”, men­
               tre il termine “ruggine” si riferisce a una malattia delle foglie.  [NdT]
               * *  Baldwin adesso dirige il Dipartimento di Ecologia molecolare al Max
               Planck Institut für chemische Ökologie a Jena, in Germania.

                                           50
   39   40   41   42   43   44   45   46   47   48   49