Page 130 - Quel che una pianta sa
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QUEL CHE UNA PIANTA SA

              sollecitazione ambientale che l’aveva provocata. I risultati di
              Hohn non furono universalmente accettati,18 come molti studi
              che si discostano dal modello scientifico corrente. Tuttavia, si
              tende sempre più a pensare19 che questi, al pari di altri, abbia­
              no annunciato una nuova era nella genetica. L’idea di una sol­
              lecitazione che porta a ricordi che possono essere trasmessi da
              una generazione all’altra è confermata da un numero crescente
              di studi, non soltanto sulle piante, ma anche sugli animali. In
              tutti i casi, questa “memoria” è basata su una qualche forma di
              eredità epigenetica.20


              Memoria intelligente?

                 Le piante hanno chiaramente la capacità di conservare e ri­
              chiamare informazione biologica. Intuitivamente, sappiamo
              che tutto ciò è completamente diverso dai ricordi dettagliati
              e ricchi di emozioni che noi richiamiamo alla memoria ogni
              giorno. Ma a livello di base, i comportamenti di piante diver­
              se descritti in questo capitolo sono tipi correttivi di memoria.
              L’avvolgimento dei viticci, la chiusura della Venere acchiappa­
              mosche e il ricordo dell’arabidopsis delle sollecitazioni ambien­
              tali includono tutti i processi di formazione del ricordo dell’e­
              vento, di conservazione di tale ricordo per periodi distinti di
              tempo, e del suo richiamo in un momento successivo per otte­
              nere una risposta specifica dello sviluppo.
                 Molti dei meccanismi coinvolti nella memoria delle pian­
              te sono coinvolti anche in quella umana, compresi i gradienti
              epigenetici ed elettrochimici. Questi gradienti sono il pane e il
              burro delle connessioni neurali nel nostro cervello, la sede del­
              la memoria come noi la comprendiamo. Nel corso degli anni i
              botanici hanno scoperto che le cellule vegetali non solo comu­
              nicano mediante correnti elettriche (come abbiamo visto in vari
              capitoli), ma che le piante contengono anche proteine note per
              essere dei neurorecettori negli esseri umani e negli altri animali.
              Un esempio perfetto è il recettore per il glutammato. I recettori
              per il glutammato presenti nel cervello sono molto importanti
              per la comunicazione neurale, per la formazione della memo­


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