Page 105 - Quel che una pianta sa
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COME UNA PIANTA SA DOVE SI TROVA
Le piante hanno diversi ormoni, ma nessuno così importante
o coinvolto in tanti processi e funzioni come l’auxina. Una di
queste funzioni consiste nel dire alle cellule di aumentare la
loro lunghezza. La luce provoca un aumento dell’auxina sul
lato in ombra della pianta, facendo allungare lo stelo soltanto
da quella parte, inducendolo, quindi, a piegarsi verso la luce.
La gravità fa in modo che l’auxina appaia sul “lato superiore”
delle radici, e ciò le fa crescere verso il basso, e sul “lato inferio
re” di steli e foglie, facendole sviluppare verso l’alto. Anche se
stimolazioni differenti attivano sensi diversi delle piante, mol
ti degli apparati sensoriali della pianta sono basati sull’auxina,
l’ormone del movimento.
Piante danzanti
Come si è accennato in precedenza in questo capitolo, la
propriocezione è più che un semplice distinguere l’alto dal bas
so; è anche il riconoscimento della posizione in cui si trovano
le parti del nostro corpo quando ci si sta muovendo. Quando
Mikhail Baryshnikov piroetta su un palco e atterra compiendo
un arabesco, non è soltanto perfettamente bilanciato, ma an
che pienamente consapevole della posizione di ogni parte del
suo corpo. Sa bene quanto la sua gamba sia allungata dietro
di lui, quanto alta sia la sua mano rispetto alla spalla, e cono
sce l’esatta inclinazione del proprio tronco. Ovviamente, non
sorprende affatto che noi vediamo le piante come creature sta
tiche; esse sono organismi sessili, eternamente radicati e inca
paci di locomozione. Ma quando le osserviamo con pazienza
nell’arco di un lungo periodo, questa immobilità lascia il posto
a un festival di movimenti dalla complessa coreografia, molto
simile a un Baryshnikov che volteggia nella prima scena di un
balletto. Le foglie si arrotolano e si distendono, i fiori si apro
no e si chiudono, e gli steli si muovono in circolo e si piegano.
Tali movimenti possono essere meglio osservati con la foto
grafia al rallentatore, e uno dei primi usi di questa tecnica fo
tografica è stato, infatti, proprio questo. Il professor Wilhelm
Pfeffer, che aveva studiato con l’amico di Darwin, Julius von
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