Page 103 - Quel che una pianta sa
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COME UNA PIANTA SA DOVE SI TROVA


              lula, e quindi la pianta non avrebbe saputo in quale direzione
              fosse il basso. Ovviamente, per saggiare questa ipotesi a Kiss
              sarebbero servite condizioni di assenza di gravità, come in un
              veicolo spaziale in orbita attorno alla Terra.
                 A bordo dello Space Shuttle, dove le piante non sono ovvia­
              mente soggette agli effetti della gravità, gli statoliti non posso­
              no depositarsi e rimangono distribuiti per tutta la cellula. In
              tali condizioni di assenza di peso,10 Kiss non poteva rilevare
              alcun piegamento gravitropico nelle piante che si trovavano
              nello spazio. Questi studi hanno rivelato, dunque, un’ipotesi
              affascinante sui motivi che spingono le piante a comportarsi in
              questa maniera: una pianta ha bisogno degli statoliti per avver­
              tire la gravità, proprio come noi abbiamo bisogno degli otoliti
              nelle orecchie per stimolare i nostri recettori dell’equilibrio.


              L’ormone del movimento

                 Le modalità con le quali una radice capovolta di fagiolo rea­
              gisce alla gravità, un tulipano in un vaso da fiori sul davanzale
              si muove verso il Sole e una Cuscuta si insinua fino alla pianta
              di pomodoro più vicina sono simili: le piante percepiscono un
              cambiamento (della gravità, della luce oppure dell’odore) nel
              loro ambiente e si piegano in risposta allo stimolo. Gli stimoli
              sono differenti, ma le risposte sono simili, ovvero lo sviluppo
              in una particolare direzione. Abbiamo parlato a lungo di co­
              me una pianta avverta la gravità (e la luce e gli odori), ma non
              abbiamo ancora preso in esame cosa dice questa informazione
              sensoriale a una pianta per farla crescere e per farla piegare.
              Riesaminiamo gli esperimenti di Darwin sul fototropismo del
              capitolo 1. Il naturalista inglese aveva mostrato che l’estremità
              della piantina “vede” la luce e trasferisce questa informazione
              alla sua sezione centrale per dirle di piegarsi nella sua direzio­
              ne. Tale comportamento è analogo a quello della cuffia della
              radice, che “sente” la gravità e quindi trasferisce l’informazio­
              ne su per la radice, per indurre la pianta a svilupparsi verso il
              basso, oppure a quello della Cuscuta, che annusa il pomodoro
              e, quindi, si piega nella sua direzione.


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