Page 92 - Via Crucis
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amministrative,  con  prefetto  il  cardinale  Raymond  Leo  Burke.  Dal  24  agosto  2013

          Sciacca è il segretario aggiunto di questo dicastero, all’ombra di quel cardinale non
          amato da Francesco. La distanza tra Burke e Bergoglio è stata segnata soprattutto da
          questioni teologiche, visto che il porporato, nato nel  Wisconsin nel 1948, celebra la

          messa  tridentina  dopo  la  riforma  liturgica. Anche  lui  verrà  clamorosamente  rimosso
          nell’incessante «rivoluzione dolce» di Francesco che, come vedremo, andrà avanti per
          tutto il 2014.
            Ma torniamo alla casa «allargata»: che fine fa? Perdendo l’incarico al Governatorato,
          il monsignore è chiamato a liberare rapidamente l’appartamento di rappresentanza, che

          così finisce a un altro prelato. Storie come questa, per la prima volta resa pubblica,
          arrivano  a  Santa  Marta  e  lasciano  Francesco  senza  parole.  Fanno  anche  riemergere
          antichi  vezzi  mai  affrontati  con  il  necessario  rigore.  È  il  cardinale  Santos  Abril  y

          Castelló a raccontare a Francesco, a sacerdoti e monsignori amici dell’argentino quanto
          scoprì  appena  nominato  arciprete  della  basilica  di  Santa  Maria  Maggiore.
          Amministratore  dei  beni  di  quel  prestigioso  luogo  di  culto  è  il  monsignore  polacco
          Bronislaw  Morawiec,  che  sarà  accusato  di  gravi  anomalie  nella  gestione.  Avrebbe
          sottratto fondi importanti dalle casse della basilica, che vanta tra l’altro un ricchissimo

          patrimonio. Le verifiche avviate dal nuovo arciprete portano alla compilazione di una
          specie d’inventario, per capire cosa e quanto sarebbe stato sottratto.
            All’appello manca un mazzo di chiavi di uno degli appartamenti del palazzo attiguo,

          che ospita sacerdoti e capitolari. La porta della casa è chiusa, il pianerottolo in ordine.
          Ufficialmente  la  casa  risulta  non  affittata,  pronta  per  essere  occupata  in  caso  di
          necessità.  Questo  però  solo  sulla  carta,  perché  quando  si  riesce  ad  accedervi,  la
          sorpresa è grande. Si scopre che la dimora è abitata da tempo. Il canonico del piano di
          sotto  ha  fatto  un  buco  nel  soffitto  per  collegare  i  due  appartamenti  con  una  scala  a

          chiocciola,  acquistata  a  sue  spese.  Così  è  riuscito  a  raddoppiare  la  metratura  della
          casa, a insaputa di (quasi) tutti, forse convinto che nessuno se ne sarebbe mai accorto.
          Scoperto il collegamento abusivo, parte la segnalazione ai superiori. Ci vorranno giorni

          prima che tutto torni in regola.
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