Page 90 - Via Crucis
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che  vede  protagonista  Sua  Eminenza  reverendissima  monsignor  Giuseppe  Sciacca.

          Proprio  lui,  l’uomo  che  il  3  settembre  2011  Benedetto  XVI  ha  nominato  segretario
          generale  del  Governatorato.  Classe  1955,  siciliano  di  Aci  Catena,  piccolo  comune
          della  provincia  di  Catania,  Sciacca  pare  avere  un  debole  per  le  case  comode  e

          soprattutto molto spaziose.
            Sua  Eminenza  ama  organizzare  cocktail  e  cene  con  amici,  ma  a  quanto  pare
          considerava  inadeguato  il  bell’appartamento  che  occupava  nella  Città  del  Vaticano.
          Ovviamente a canone zero. È la casa, a Palazzo San Carlo, dove un tempo viveva il
          cardinale polacco Andrzej Maria Deskur, amico di Wojtyla, morto nel settembre del

          2011.
            Siamo nel 2012 e l’alto prelato ricopre ormai da diversi mesi il prestigioso incarico
          nell’ente che si occupa di spese e appalti. Era stato l’amico di sempre Tarcisio Bertone

          a convincere Benedetto XVI ad affidare al monsignore il delicato ruolo di numero due
          del Governatorato. Ratzinger lo aveva scelto come successore del segretario uscente,
          monsignor Carlo Maria Viganò, che, come documentato in Sua Santità, aveva provato a
          rimettere  a  posto  i  conti  della  struttura  denunciando  il  costo  doppio  degli  appalti,
          l’eccesso  di  spese  e  alcuni  episodi  di  vere  ruberie.  Per  questo,  come  abbiamo  già

          ricordato, dopo un vigoroso braccio di ferro con Bertone, Viganò era stato spedito a
          Washington come nunzio apostolico. Troppi nemici, troppi interessi in gioco. La curia

          non perdona.   66
            Sciacca evidentemente assicurava una preziosa continuità con la segreteria di Stato.
          Avrebbe fatto il vice al presidente cardinale  Giuseppe  Bertello, anche lui italiano e
          anche lui beneficiario della fiducia di  Bertone, come la quasi totalità dei vertici dei
          vari dicasteri che si occupano di finanze della Chiesa.

            Era quella la fase in cui Bertone godeva di un potere assoluto in curia, riuscendo via
          via a posizionare, nei ruoli più strategici, cardinali e vescovi italiani di provata fiducia.
          Un blocco di potere che Ratzinger ha lasciato in eredità a Francesco e con il quale il

          papa argentino si confronta da subito in una guerra senza sconti, giorno dopo giorno.
            Sciacca  dunque  patisce  per  quella  casa  ritenuta  troppo  modesta.  Vorrebbe  un  altro
          appartamento,  più  accogliente  e  spazioso,  ma  non  sa  come  fare:  l’unica  strada  è
          aspettare  l’occasione  propizia.  Occasione  che  un  giorno,  fatalmente,  si  presenta.
          Servono solo un po’ di cinismo e di furbizia e il gioco è fatto. Il monsignore sa come

          muoversi e con la velocità di un predatore architetta un piano talmente audace che a
          raccontarlo, ancora oggi, sembra incredibile.
            L’obiettivo di Sciacca è il suo vicino di casa, un mite sacerdote – ormai avanti con gli

          anni e dalla salute sempre più incerta – che vive con una suora e che ormai da tempo
          non esce più di casa. Nessuno lo vede passeggiare in Vaticano così il segretario chiede
          informazioni. Vuol capire cosa gli sia successo e viene a sapere che negli ultimi mesi il
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