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Cento metri quadrati a 20,67 euro di affitto annui

          Fronte altrettanto delicato è il mercato delle compravendite e quello degli affitti. Negli
          ultimi vent’anni la storia della curia e degli enti religiosi è stata segnata da periodici
          scandali  relativi  a  vere  e  proprie  svendite  di  beni  sottostimati  per  essere  ceduti  ad

          amici  e  amici  degli  amici  a  prezzi  di  favore.  Le  cronache  testimoniano  cessioni
          d’immobili di proprietà a prezzi stracciati: da Propaganda Fide ai beni dello Ior, con
          l’ex  presidente  Angelo  Caloia  accusato  dall’autorità  giudiziaria  vaticana  di  averne

          svenduti  una  parte;  dalle  case  acquistate  da  monsignor  Scarano  agli  ex  conventi
          d’istituti religiosi trasformati in cliniche e alberghi di lusso. I funzionari di Promontory
          hanno passato al setaccio le cessioni dell’Apsa degli ultimi quindici anni: in pratica le
          dismissioni sono minime, arrivando solo al 6 per cento del cespite complessivo: «228
          unità sono state vendute – si legge nella specifica relazione confidential – e 79 sono

          state donate. Tra queste: 20 appartamenti, 23 tra chiese, oratori e residenze sono state
          regalate, mentre 119 case vendute».
            Anche nel mercato degli affitti la situazione è molto problematica. Un appartamento di

          proprietà della Chiesa non viene quasi mai dato in locazione a prezzi di mercato. La
          riduzione  è  clamorosa:  oscilla  tra  il  30  e  il  100  per  cento  rispetto  ai  prezzi  medi.
          Questo  determina  mancati  introiti  per  decine  e  decine  di  milioni.  Con  situazioni
          paradossali:  alcuni  beni  costituiscono  ormai  delle  autentiche  passività,  essendo
          divenuto incolmabile il disavanzo tra quanto si incassa con l’affitto e quanto si spende

          di manutenzione straordinaria.
            I  consulenti  di  Promontory  e  di  RB  Audit  controllano  negli  archivi  dell’Apsa,  di
          Propaganda Fide e dello Ior per fotografare una disastrosa situazione complessiva che

          viene girata ai commissari di Cosea e da questi presentata a Francesco e ai suoi più
          stretti  collaboratori.  Dai  documenti  visionati  in  esclusiva  per  questo  libro  emergono
          numerose  incongruenze  e  anomalie,  come  si  sottolinea  con  forza  nei  report  della
          commissione:

            Svariate istituzioni vaticane gestiscono beni appartenenti a istituzioni della Santa sede (valore circa 4 miliardi) e beni a
            nome di terzi (circa 6 miliardi) per un totale di 10 miliardi, dei quali 9 in titoli e uno in beni immobiliari. [...] Molte
            istituzioni vaticane hanno quindi beni immobiliari per un valore complessivo di circa un miliardo di euro. Questa stima,
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            eseguita su quasi il 70 per cento del portafoglio, indica però un valore di mercato più alto.  Per quanto riguarda i beni
            dell’Apsa (unità commerciali, residenziali e istituzionali) il valore di mercato stimato è di 7 volte più alto di quanto
            messo  a  bilancio,  per  un  totale  di  2,7  miliardi  di  euro.  Per  quanto  riguarda  invece  Propaganda  Fide  il  valore  di
            mercato stimato è di almeno 5 volte più alto di quanto a bilancio, per un totale di mezzo miliardo di euro.
            Il reddito locativo delle unità immobiliari di Propaganda Fide potrebbe essere più alto del 50 per cento aumentando gli
            affitti a valori di mercato per tutti gli affittuari esterni. Ma questo dato si riferisce solo a 219 unità commerciali e
            residenziali su un totale di 470; nessuna informazione è infatti disponibile sulla superficie delle unità rimanenti. Inoltre,
            ex dipendenti continuano a pagare tariffe da dipendenti (circa il 60-70 per cento al di sotto dei parametri di mercato)
            fino  a  8  anni  dall’estinguersi  del  contratto  lavorativo.  Se  si  compie  un  paragone  tra  l’affitto  annuale  effettivo  per
            metro  quadrato  per  le  unità  di  Propaganda  Fide  con  quello  possibile  di  mercato,  si  scopre  che  il  primo  è  di  21
            euro/metro quadrato, mentre quello corrente è di 31 euro/metro quadrato, con una perdita annuale di 3,4 milioni di
            euro.  (Dalle  verifiche  compiute, nda)  sulla  gestione  (emerge, nda):  assenza  di  controllo,  di  efficienza  e  di
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