Page 67 - Via Crucis
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Il figlio del braccio destro di Marcinkus gestisce la liquidità del Vaticano
Sono dieci anni che monsignor Scarano coltiva i suoi affari personali, senza che,
apparentemente, nessuno se ne accorga. Al di là delle responsabilità individuali che
verranno accertate nel processo ancora in corso, chi lo proteggeva? Ma c’è un ulteriore
profilo che stupisce ancora di più.
All’Apsa, il capo del disinvolto monsignore non è un banchiere qualunque.
Coincidenza vuole che sia Paolo Mennini, figlio dell’ex braccio destro di Marcinkus
che nel 1987 rischiò l’arresto. Le colpe presunte dei padri non ricadono certo sui figli,
Mennini non risulta nemmeno indagato nel procedimento, ma la coincidenza rimane
quantomeno sospetta. Soprattutto dopo l’arresto di Scarano. E colpisce i nuovi
porporati scelti da Francesco, che conoscono ancora poco delle dinamiche e della
recente storia finanziaria dei sacri palazzi.
Dal 2002 Mennini è al vertice della sezione straordinaria dell’Apsa, quella che
gestisce la liquidità della Santa sede. È un uomo di potere. Vive in un appartamento di
174 metri quadrati, in un bel palazzo in via di Porta Angelica, a due passi da Porta
Sant’Anna, uno degli ingressi principali alla Città del Vaticano. Anche per lui un affitto
assai accessibile e fuori mercato visto che paga per questa ampia casa solo 843 euro al
mese. Il suo ruolo è nevralgico nella ragnatela finanziaria della Santa sede. Sia nel
coordinamento delle attività di tutte le immobiliari estere che gestiscono un patrimonio
di 591 milioni di euro, sia per quanto riguarda i conti correnti.
Ed è proprio su questa amministrazione che la task force di Francesco cerca di
vederci chiaro. Qui infatti erano operative 102 posizioni. Da quando
Moneyval – l’organismo del Consiglio d’Europa per la valutazione delle misure di lotta
contro il riciclaggio di denaro – ha iniziato a fare le verifiche, sono stati rapidamente
chiusi 31 depositi, intestati a soggetti, enti o società non chiari o che non avevano titoli
adatti, facendo scendere le posizioni a 71. Che ora sono state tutte attribuite. Tra queste,
sei a enti: Associazione SS. Pietro e Paolo, Circolo san Pietro, Ordine equestre del
Santo Sepolcro, Ospedale Bambin Gesù, Fédération internationale des associations
médicales Catholiques, International Association of Catholic Hospitals. Due a società
affiliate che si occupano di palazzi in Francia e Svizzera: la immobiliare Sopridex Sa
(Società Anonima) di Parigi e la Profima Sa Société Immobilière et de Participations di
Ginevra. Infine, il conto personale del cardinale Giovanni Lajolo già al vertice del
Governatorato e altri conti rimasti riservati.
Ma dai report che arrivano si capisce che l’analisi dei conti riserva sempre sorprese.
Ad esempio, l’8 novembre 2013, nell’incontro a Parigi del gruppo di lavoro, sarà il
consigliere Jean-Baptiste de Franssu a evidenziare come
sono stati identificati 89 conti, e rispetto ai 74 iniziali se ne sono individuati altri 15 perché Apsa aveva a che fare con
la loro chiusura imminente. Di questi, 43 sono istituzionali perché hanno il consolidato in Santa sede, 46 non