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Diversi casi di violenza sessuale

          Personaggio  controverso,  Calcagno  è  finito  su  tutti  i  giornali  dopo  che  una  video-
          inchiesta  di  Pablo  Trincia  per  la  trasmissione  televisiva Le  Iene  aveva  addirittura
          sollevato l’ipotesi che tra il 2002 e il 2003 l’allora vescovo di Savona avesse ignorato

          diversi casi di violenze sessuali su minori perpetrate da un prete pedofilo. La diocesi di
          Savona  sarebbe  stata  a  conoscenza  degli  strani  comportamenti  del  sacerdote  fin  dal
          1980,  quando  fu  allontanato  da  una  scuola  in  provincia  di  Savona  dopo  aver

          palpeggiato un ragazzino. Mandato a Spotorno (a soli dieci chilometri di distanza), gli
          fu comunque permesso di gestire gruppi scout di bambini e ragazzi all’oratorio locale.
          A  seguito  di  nuove  segnalazioni,  il  sacerdote  fu  spostato  dal  nuovo  vescovo
          responsabile della diocesi, monsignor Dante Lafranconi (attuale vescovo di Cremona),
          ma anche questa volta il luogo prescelto è a pochi chilometri di distanza: il paese di

          Feglino, dove al sacerdote è consentito di aprire una comunità per minori in difficoltà.
          Don Carlo Rebagliati, ex tesoriere della diocesi savonese, prima di morire raccontò di
          aver avvisato l’attuale presidente dell’Apsa riguardo alla presenza del prete pedofilo e

          al pericolo che rappresentava per i minori con cui era quotidianamente in contatto. La
          risposta  di  Calcagno,  secondo  Rebagliati,  fu  evasiva:  «Potevano  anche  essere  solo
          dicerie» disse. Ad avvisare l’allora vescovo ci fu anche una vittima di abusi, Francesco
          Zanardi.  Ecco  la  sua  testimonianza:  «Calcagno…  mi  disse  di  non  recarmi  alla
          magistratura,  in  quanto  il  prete  era  una  persona  molto  fragile  e  avrebbe  potuto

          suicidarsi e io l’avrei poi avuto sulla coscienza».
            Solo nel 2003, circa un anno dopo la nomina a vescovo di Savona, l’attuale presidente
          dell’Apsa  si  interessò  del  problema.Scrisse  una  lettera  all’allora  cardinale  Joseph

          Ratzinger, che ricopriva il ruolo di prefetto della Congregazione per la dottrina della
          fede,  chiedendo  «consiglio  circa  l’atteggiamento  da  tenere».  Calcagno  allegò  un  file
          alla lettera. Si tratta di un documento interno della diocesi di Savona, compilato dal
          vicario generale, monsignor Andrea Giusto. È una scheda che riassume i comportamenti
          «discutibili» del sacerdote, ripercorrendoli tutti, dal primo episodio, nel lontano 1980,

          fino alle ultime lamentele arrivate da diversi assistenti sociali della zona ben ventidue
          anni dopo. Una palese ammissione, nero su bianco, in cui la stessa diocesi rivelava alla
          congregazione di aver spostato il sacerdote coscientemente da una parrocchia all’altra

          per  quasi  un  quarto  di  secolo.  La  scheda  si  concludeva  con  una  frase  rassicurante:
          «Nulla è uscito sui giornali e non ci sono inchieste in corso».
            La risposta di Ratzinger non è mai stata trovata. Tutto quello che si sa è che, a seguito
          di  quella  lettera,  il  prete  fu  spostato  a  Magnone  (dodici  chilometri  di  distanza  da
          Feglino) ricomparendo magicamente nel 2005 in un altro campo scout della zona. Poco

          dopo, per l’ennesima volta, un altro giovane presente in quel campo lo denunciò per
          molestie ma il sacerdote continuerà la sua attività fino al 2010 quando, trent’anni dopo
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