Page 62 - Via Crucis
P. 62
Diversi casi di violenza sessuale
Personaggio controverso, Calcagno è finito su tutti i giornali dopo che una video-
inchiesta di Pablo Trincia per la trasmissione televisiva Le Iene aveva addirittura
sollevato l’ipotesi che tra il 2002 e il 2003 l’allora vescovo di Savona avesse ignorato
diversi casi di violenze sessuali su minori perpetrate da un prete pedofilo. La diocesi di
Savona sarebbe stata a conoscenza degli strani comportamenti del sacerdote fin dal
1980, quando fu allontanato da una scuola in provincia di Savona dopo aver
palpeggiato un ragazzino. Mandato a Spotorno (a soli dieci chilometri di distanza), gli
fu comunque permesso di gestire gruppi scout di bambini e ragazzi all’oratorio locale.
A seguito di nuove segnalazioni, il sacerdote fu spostato dal nuovo vescovo
responsabile della diocesi, monsignor Dante Lafranconi (attuale vescovo di Cremona),
ma anche questa volta il luogo prescelto è a pochi chilometri di distanza: il paese di
Feglino, dove al sacerdote è consentito di aprire una comunità per minori in difficoltà.
Don Carlo Rebagliati, ex tesoriere della diocesi savonese, prima di morire raccontò di
aver avvisato l’attuale presidente dell’Apsa riguardo alla presenza del prete pedofilo e
al pericolo che rappresentava per i minori con cui era quotidianamente in contatto. La
risposta di Calcagno, secondo Rebagliati, fu evasiva: «Potevano anche essere solo
dicerie» disse. Ad avvisare l’allora vescovo ci fu anche una vittima di abusi, Francesco
Zanardi. Ecco la sua testimonianza: «Calcagno… mi disse di non recarmi alla
magistratura, in quanto il prete era una persona molto fragile e avrebbe potuto
suicidarsi e io l’avrei poi avuto sulla coscienza».
Solo nel 2003, circa un anno dopo la nomina a vescovo di Savona, l’attuale presidente
dell’Apsa si interessò del problema.Scrisse una lettera all’allora cardinale Joseph
Ratzinger, che ricopriva il ruolo di prefetto della Congregazione per la dottrina della
fede, chiedendo «consiglio circa l’atteggiamento da tenere». Calcagno allegò un file
alla lettera. Si tratta di un documento interno della diocesi di Savona, compilato dal
vicario generale, monsignor Andrea Giusto. È una scheda che riassume i comportamenti
«discutibili» del sacerdote, ripercorrendoli tutti, dal primo episodio, nel lontano 1980,
fino alle ultime lamentele arrivate da diversi assistenti sociali della zona ben ventidue
anni dopo. Una palese ammissione, nero su bianco, in cui la stessa diocesi rivelava alla
congregazione di aver spostato il sacerdote coscientemente da una parrocchia all’altra
per quasi un quarto di secolo. La scheda si concludeva con una frase rassicurante:
«Nulla è uscito sui giornali e non ci sono inchieste in corso».
La risposta di Ratzinger non è mai stata trovata. Tutto quello che si sa è che, a seguito
di quella lettera, il prete fu spostato a Magnone (dodici chilometri di distanza da
Feglino) ricomparendo magicamente nel 2005 in un altro campo scout della zona. Poco
dopo, per l’ennesima volta, un altro giovane presente in quel campo lo denunciò per
molestie ma il sacerdote continuerà la sua attività fino al 2010 quando, trent’anni dopo