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I conti correnti segreti dei papi

          La  segreteria  di  Stato  mostra  una  situazione  finanziaria  in  negativo  e  anche  confusa.
          Basta vedere la ragnatela di conti correnti aperti in diverse banche. Dopo quindici anni,
          rimangono  ancora  attivi  quattro  conti  intestati  al  Giubileo  del  2000.  Di  questi,  due

          risultano aperti all’Apsa, dove la segreteria di Stato ne gestisce in tutto ben otto. Tra
          questi  ce  n’è  perfino  uno  che  ha  come  descrizione  «Radio  vaticana,  redazione
          slovacca», con saldo di 134mila dollari.

            Ma il pontefice ha un proprio conto corrente? Su questa domanda per decenni non si è
          mai raggiunta la verità. Sono state diffuse teorie poco credibili, seguite poi da mezze
          smentite o da ricostruzioni ancora più fantasiose. Solo dalle carte riservate fotocopiate
          da Paolo Gabriele, il maggiordomo di Benedetto XVI, e pubblicate nel mio libro Sua
          Santità, era emerso che  Ratzinger, il 10 ottobre 2007, aveva disposto l’apertura del

          conto  n.  39887  allo  Ior  per  farvi  confluire  da  una  società  il  50  per  cento  dei  diritti
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          d’autore  delle  oltre  130  opere  pubblicate.   Sul  conto  sono  finite  negli  anni  somme
          consistenti, come i 2,4 milioni di euro fatti recapitare nel marzo del 2010 per conto
          della Fondazione Joseph Ratzinger Benedetto XVI.
            Dai  documenti  inediti  inviati  all’inizio  del  2014  dalla  segreteria  di  Stato  per  le
          verifiche contabili, emerge una verità che finora nessuno ha mai potuto scrivere. Ogni

          papa ha un suo conto personale. Questo, in molti casi, rimane aperto anche dopo la sua
          morte. E i conti più misteriosi sono proprio quelli riferibili a pontefici ormai defunti,
          con soldi convertiti ovviamente in euro. In particolare, è ancora aperto il conto di papa
          Giovanni Paolo I (Albino Luciani). Ha come intestazione il numero 26400-018, seguito

          dall’indicazione testuale «Sua Santità Giovanni Paolo I». Presenta un saldo di 110.864
          euro. Chi lo gestisce?
            A  ben  trentasette  anni  dalla  sua  scomparsa,  risultano  inoltre  ancora  accesi  due
          depositi riferiti al predecessore di papa Luciani, Paolo VI (Giovanni Battista Montini),

          recentemente beatificato. Dai documenti che abbiamo potuto leggere risulta acceso il
          «Conto personale di Paolo VI» n. 26400-042, con un saldo di 125.310 euro, e un altro
          conto,  il  n.  26400-035,  con  un  saldo  di  296.151  dollari.  Evidentemente  Montini
          preferiva diversificare i propri depositi in diverse valute, in modo da mettersi al riparo

          in caso di svalutazioni o crisi.
            Le  delicate  questioni  che  aprono  questi  conti  correnti  e  molti  altri  simili  restano
          ancora  oggi  senza  nessuna  risposta  credibile.  Se  sono  davvero  intestati  a  persone
          decedute, i conti dovrebbero estinguersi. Eppure così non è avvenuto, e in molti casi

          sono passati tantissimi anni. Quei conti sono ancora operativi? Qualcuno vi movimenta
          somme di denaro? Forse un erede? Ma a che titolo gode di un conto allo Ior visto che la
          banca  non  prevede  depositi  di  laici?  Tutte  domande  che  per  motivi  non  chiari  non
          verranno  recapitate  a  monsignor  Peter  Wells,  assessore  per  gli  affari  generali  della
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