Page 60 - Via Crucis
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Manette in Vaticano












          Il cardinale Rambo che imbarazza la curia

          L’Obolo di san Pietro non è l’unico allarmante buco nero nei bilanci della Santa sede.
          Un  buco  nero  alimentato,  come  abbiamo  visto,  da  informazioni  sempre  parziali  e

          lacunose.  Tutta  la  gestione  economica  dei  sacri  palazzi  arriva  alla  commissione
          pontificia d’inchiesta viziata da zone d’ombra e dati difficili da leggere e interpretare.
          La task force voluta da Francesco è in evidente affanno. Ogni mossa, anche la più astuta

          e  repentina,  trova  sempre  l’ostacolo  di  una  contromossa  altrettanto  intelligente  e
          spiazzante. Non c’è ingenuità nelle azioni dei vertici che controllano tutte le finanze del
          Vaticano.  Altrimenti  perché  nascondere  carte  e  mascherarsi  dietro  silenzi
          incomprensibili?
            Quei  porporati  che  sono  stati  descritti  come  cattivi  amministratori  più  per

          inesperienza in materia finanziaria e manageriale che per volontaria malagestio – come
          aveva  fatto  notare  alla  riunione  del  3  luglio  2013  il  cardinale  Agostino  Vallini,
          chiedendo  maggiore  indulgenza  da  parte  del  santo  padre  verso  i  suoi

          colleghi – sembrano dei funzionari lucidissimi nel momento in cui devono aggirare chi
          è stato nominato per controllarli. Risultato: sono passati più di sei mesi dalla nascita
          della commissione e al papa manca una visione completa e precisa dello stato di salute
          finanziaria  del  Vaticano.  Non  può  sapere  con  precisione  quali  fondi  può  destinare
          davvero alla carità, alle missioni, a tutte quelle azioni per i poveri e i bisognosi che

          rappresentano  il  cuore  del  suo  pontificato.  Sembra  un  paradosso  ma  è  così:  in  una
          teocrazia come il Vaticano, al papa mancano le informazioni.
            Il pontefice è spesso l’ultimo a sapere e a essere informato. Soprattutto sulle questioni

          che riguardano il denaro. Per lui rimangono difficili da conoscere sia le entrate (quanto
          e perché si è incassato), sia le uscite (quanto, come e da chi viene speso). Così, l’opera
          di cambiamento che Francesco promuove ogni giorno da instancabile pastore qual è, e
          che riempie di speranza tutti i cattolici che lo ascoltano e lo vedono in azione in tutto il
          mondo,  nei  fatti  è  impossibile  anche  solo  avviarla.  Tutto  è  anestetizzato,  fermo.  La

          coltre  di  fumo  non  è  ovviamente  casuale.  Protegge  superficialità,  inerzie,  interessi
          personali. Ma non solo. È anche l’unico modo efficace per rallentare il cambiamento.
          Senza  conoscere  nel  dettaglio  i  conti,  non  si  possono  individuare  i  problemi,  le

          criticità, e quindi proporre soluzioni. Impostare le riforme è impensabile.
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