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detto che informerà la signora McCaul (si tratta di Elizabeth McCaul di Promontory, nda) telefonicamente che
preferirebbe procedere direttamente con Apsa nell’organizzazione di questo tipo di servizio. Egli ha inoltre precisato
che la consegna delle banconote sarà fornita fisicamente nel loro caveau, e così sarà Apsa a organizzare il trasporto
alla Città del Vaticano. (Si è, nda) sicuramente in grado di fornire per Apsa il contatto giusto utile per questa
esigenza. Alla fine della conversazione il signor Fogarty ha ricordato con piacere la sua visita a Roma alcuni anni fa e
in particolare la visita al museo e ai giardini vaticani.
Siamo in grado di ricostruire dalla documentazione che abbiamo visionato che Zahra
interpreta questo appunto come un chiaro messaggio per indebolire la riforma
dell’Apsa, e per delegittimare la commissione Cosea e l’attività di Promontory. Così
scrive al coordinatore della commissione, monsignor Vallejo Balda:
Caro don Lucio,
C’è guerra da parte di Mennini. […] Parliamo più tardi oggi. Ma la persona deve essere sostituita subito. Joe.
Sulla stessa linea anche un altro uomo della commissione voluta dal papa, Jean-
Baptiste de Franssu, che scrive all’analista Elizabeth McCaul e a Zahra:
Questa non è una situazione molto soddisfacente e suppongo che dovremmo aspettarci sempre più di questi tipi di
«Scud» di Mennini finché è intorno (de Franssu è molto esplicito: accusa Mennini di lanciare autentici missili contro
l’attività che hanno in corso, nda). Più rapidamente avremo a che fare con il suo sostituto, e meglio sarà. Cosa
dovremmo fare lì, Joe, per accelerare il processo (di cambiamento, nda)? Sulle due questioni sollevate suppongo che
non si debba cambiare di un pollice la nostra strategia concordata vis-à-vis con Fed, voi e Promontory […].
In quei giorni delicati Mennini continua a recarsi in ufficio. Il 20 novembre i consulenti
di McKinsey, tra cui Ulrich Schlickewei, segnalano la sua presenza a Zahra:
In questi giorni, il signor Mennini è ancora venuto in ufficio regolarmente per girare le attività a monsignor Mistò. Al
momento nessun successore ufficiale è stato nominato, ma un termine dovrebbe essere fissato per l’uscita definitiva
del signor Mennini.
Il 22 novembre l’incidente con la Federal Reserve si chiude. Sarà Calcagno a scrivere
al vicepresidente Fogarty evidenziando che ormai Mennini aveva ultimato il mandato. E
il banchiere americano nell’immediata risposta cerca di superare il caso e gli
imbarazzi:
Da oltre settant’anni la Federal Reserve Bank di New York ha goduto di un rapporto fecondo con Apsa, in
particolare ho avuto il piacere di lavorare con il dott. Giorgio Stoppa così come con il dott. Mennini su questioni
relative al vostro account con noi. Non vedo l’ora di mantenere e migliorare il rapporto tra le nostre istituzioni, e non
vedo l’ora di sviluppare relazioni di lavoro efficaci con i delegati durante questo periodo di transizione per Apsa. […]
Spero che la mia conversazione con lui durante questo periodo di transizione non sia stata motivo di difficoltà per voi
cardinale o per l’Apsa. Sto preparando una corrispondenza con Apsa in relazione alla fornitura di banconote in dollari
statunitensi, e sarei felice di sapere la vostra preferenza su chi indirizzare questa corrispondenza in Apsa.
Anche nei mesi successivi l’attività di Mennini verrà monitorata con discrezione. L’alto
dirigente ricopre infatti ancora importanti incarichi nelle immobiliari dell’Apsa in
Europa. Tanto che de Franssu, con una lettera del 22 gennaio 2014, solleciterà il
cardinale Calcagno a toglierlo rapidamente dai vari board delle società partecipate,
«visti i rischi reputazionali – scrive de Franssu – che esistono, noi crediamo che si
debba affrontare questo punto con un certo senso di urgenza». 49