Page 161 - Via Crucis
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occuperà solo di relazioni diplomatiche. Già dal nome si capisce che segreteria di Stato
e Segreteria per l’economia sono messe sullo stesso piano: entrambe rispondono
direttamente al papa, mentre Parolin e Pell dovranno collaborare. Durante il Consiglio
dei quindici, per evitare frizioni, Pell gioca d’anticipo: questa collaborazione, giura, è
«ovviamente, assolutamente fondamentale. Certamente io lo capisco e sono prontissimo
ad andare avanti insieme».
Un tentativo inutile, i due non raggiungeranno mai la sperata sintonia. E rimarrà senza
effetto anche la mossa del pontefice di allargare il Consiglio degli otto cardinali, nel
quale c’è Pell, anche a Parolin. Il consiglio verrà così soprannominato C9.
Con la creazione della Segreteria per l’economia si scatena un terremoto che si
riverbera anche sui dicasteri economici e non solo sulla segreteria di Stato. Creando un
audit generale, un revisore generale con poteri su tutti i bilanci, la Prefettura è di fatto
«svuotata». L’Apsa, dal luglio successivo (2014), dovrebbe essere divisa in due,
abbandonando la sezione ordinaria, le cui competenze finiranno a Pell. Dovrebbe così
esercitare solo le funzioni di banca centrale, abbandonando il controllo dell’immenso
patrimonio di case, uffici e palazzi. Ma questo proposito rimarrà solo sulla carta.
E lo Ior degli scandali? Francesco preferisce non coinvolgerlo, lasciandolo fuori dal
perimetro della Segreteria per l’economia, non essendoci al momento un pieno
controllo sui conti interni. Lo Ior quindi «non è toccato da questa riorganizzazione, che
ha un orizzonte molto più ampio – spiegherà ostentando serenità padre Lombardi in
conferenza stampa – ma continua a essere oggetto di studio e di riflessione».
In sintesi, Francesco non manda a casa i curiali di bertoniana memoria, non li fa
dimettere, ma svuota di potere e competenza i dicasteri che presiedono. È una mossa
che ricorda il passo indietro di Benedetto XVI: se Ratzinger avesse sostituito il
segretario di Stato o i capi dicastero avrebbe messo un’ipoteca di credibilità sul suo
pontificato. Dimettendosi, invece, fa decadere tutti i capi, lasciando solo
apparentemente integra la struttura.