Page 159 - Via Crucis
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Lo scontro a porte chiuse tra Pell, Parolin e i cardinali curiali
A prendere in mano la riunione del Consiglio dei quindici non è Parolin ma Pell,
l’ambizioso mastino di Sydney, sbarcato in silenzio nella Santa sede nella primavera
del 2013 con l’intenzione di giocare un ruolo importante nella partita di Francesco.
Uomo di grande personalità e di comando, non si fida di nessuno e tende ad accentrare
su di sé ogni decisione e responsabilità. Oggi è lui il protagonista dell’incontro e da
quel momento, almeno sulla carta, è lui il nuovo capo delle finanze vaticane, per volere
del successore di Pietro.
Nessuno poteva scommettere sulla fulgida carriera di questo sacerdote, addirittura
sopravvissuto nel suo paese, come vedremo, alle accuse di aver «coperto» alcuni preti
pedofili. Questo, almeno, fino all’aprile del 2013, quando Francesco, indifferente a
qualunque richiamo, lo indicò tra gli otto cardinali che dovevano consigliarlo
sull’indirizzo della Chiesa universale e sulla riforma della curia romana. Giorno dopo
giorno, Pell prepara il cambiamento con l’obiettivo di assumere il comando della curia.
Altro che deminutio: è chiaro a tutti anche in Vaticano che comanda davvero solo chi
«tiene i cordoni della borsa». Insomma, Pell è cresciuto e ha centrato il suo obiettivo.
Torniamo ancora alla dirompente riunione del Consiglio. Il prefetto della neonata
Segreteria per l’economia, fresco di nomina, adesso deve affrontare gli ecclesiastici
più preoccupati e diffidenti rispetto ai cambiamenti appena annunciati. Il confronto tra
il cardinale australiano, la vecchia guardia – il capo della Prefettura Versaldi, il
presidente del Governatorato Bertello –, e il nuovo segretario Parolin è molto teso. I
porporati puntano ad approvare i bilanci in modo da far archiviare il passato, Pell
invece resiste. Non solo. Seppur in punta di fioretto, con quel tono lieve tipico di un
certo stile curiale, il ranger, come lo indicherà spesso Bergoglio apprezzandone «la
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tenacia», corregge e bacchetta anche Parolin:
Versaldi: Bisogna stare attenti a fare i passi, anche formalmente necessari, per non produrre non tanto una vacatio
ma un vuoto di legge. […] Ognuno di noi deve sapere se ha ancora l’autorevolezza, l’autonomia… Per esempio, la
Prefettura mantiene la sua autonomia nella revisione dei conti? E nel frattempo, dico…, noi continuiamo?
Parolin: Bisognerà vedere cosa dice il chirografo al riguardo, non lo conosciamo. Quindi è impossibile dare una
risposta a questa domanda, ma mi pare logico che, finché il nuovo organismo non si avvierà, non prenderà le sue
funzioni, le cose continuino come ora. Questo lo deduco secondo i principi della logica...
Pell: Il chirografo dirà che il mondo è cambiato. Ovviamente dobbiamo andare avanti con dialogo, lentamente, ci
sono tante discussioni che devono andare avanti, nessuno vuol fare tutto questo come una rivoluzione ma sarebbe
uno sbaglio credere di poter andare avanti esattamente come prima: il mondo è cambiato. La vita della Santa sede
deve andare avanti, ovviamente cerchiamo la collaborazione. Senza questa collaborazione è impossibile arrivare al
bene della Chiesa. E tutti noi vogliamo questo, il bene della Chiesa.
Parolin: C’era il cardinale Cipriani (arcivescovo di Lima, Perù, e membro dell’Opus Dei, nda) che voleva…
Voce in sottofondo: Comunque ti chiedo una cosa… Liberami di Calcagno, io torno volentieri a fare il professore,
basta non (sembrerebbe: uccidere, nda) anche me però…
Cipriani: L’unico dubbio è se dobbiamo soltanto per non impedire questo budget… se c’è qualche modo che pensa il
cardinale Pell per approvare (provvisoriamente, nda) due o tre mesi o qualcosa del genere perché adesso non c’è
approvato niente. Dobbiamo andare avanti oggi, altrimenti domani (in Santa sede, nda), come fanno, non so…