Page 135 - Via Crucis
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Vediamo nella pratica quali sono i problemi e le criticità. […] (Risolvendoli, nda) sradicheremo il male. Andiamo alla
radice del malfunzionamento e otterremo il consenso dei cardinali: loro sono gli esperti di vita ecclesiastica, noi gli
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esperti di economia. Dobbiamo riconoscere che corriamo il rischio di proporre soluzioni non realistiche.
Diversamente da Sevestre, Jochen Messemer raccomanda un approccio deciso e
risoluto:
È utile isolare dei principi guida nella nostra proposta di riorganizzazione. […] Dobbiamo avanzare un numero di 1-3
proposte. Non dobbiamo avere timore. Il nostro compito è proporre delle soluzioni che consideriamo migliorative. In
seguito il santo padre e il C8 le valuteranno e trarranno le loro conclusioni.
Ma non è così semplice. Monsignor Vallejo Balda lo ricorda con crudo realismo: «La
verità è che abbiamo bisogno di denaro per conseguire la libertà finanziaria». Senza
autonomia finanziaria, insomma, la curia sarà sempre fragile ed esposta agli scandali.
Le conclusioni spettano a Zahra:
Dobbiamo prendere in considerazione i fatti e gli obiettivi menzionati dai consiglieri. I principi guida, soprattutto quello
della laicità. I sacerdoti non dovrebbero essere carrieristi. Per alcune posizioni sarebbero più adatti professionisti
competenti anziché prelati.
I consulenti internazionali, dopo questa riunione riservata della commissione, mettono
in pratica le indicazioni e «disegnano» l’organigramma del nuovo Stato per servire la
Chiesa nel mondo, dagli Stati Uniti al Giappone. Il ruolo assunto nella gerarchia
ecclesiale non andrà inteso più come un potere ma come un «servizio». Gli americani
di Promontory già il 20 novembre 2013 offrono ai membri di Cosea lo schema del
nuovo Stato. Vengono tracciati organigrammi in diverse varianti, a seconda che si
voglia o meno un ministero delle Finanze o una banca centrale o altra istituzione. In
Vaticano si assiste a una radicale riforma costituzionale degli assetti di potere, con
alcuni religiosi che si assumono responsabilità temporali senza precedenti.
Quando queste prospettive arrivano alle orecchie dei cardinali curiali, lo smarrimento
è totale. Iniziano a partire segnali, avvertimenti e azioni che vedremo persino assumere,
da parte di alcuni, una deriva illegale. Si è disposti a tutto pur di fermare la rivoluzione
giunta in piazza San Pietro dalla periferia del mondo. La reazione di chi avversa il
cambiamento, che finora era apparsa disorganizzata e affidata a resistenze individuali,
diventerà sempre più coordinata, come una vera e propria guerra tra due eserciti in
campo, entrambi preparati e molto organizzati.
92 «Alla fine degli anni Sessanta, secondo diverse stime, la Chiesa controlla dal 2 al 5 per cento del mercato azionario.
Nel 1968, [...] sulle casse del Vaticano pesa il pagamento di tutto il pregresso su investimenti per oltre un miliardo e
200mila euro attuali. Pur di sfuggire alla tenaglia fiscale che si stringe, Paolo VI affida il trasferimento all’estero delle
partecipazioni a un sacerdote e a un laico, un siciliano affabile con solidi agganci negli Usa, già conosciuto da Montini
quando era arcivescovo di Milano. Si chiama Michele Sindona. Porta i capitali della mafia. Il sacerdote che mastica di