Page 140 - Via Crucis
P. 140
Un rifiuto clamoroso, un’atmosfera rovente
Il giorno prima della riunione i consiglieri più intransigenti avevano sondato con
discrezione gli animi dei colleghi recependo lo sconforto crescente dei vari
professionisti e dei consulenti degli organi di controllo. In tanti chiedono un gesto di
rottura. La vigilia si consuma tra telefonate, confronti e accordi anche a tarda ora: i
revisori si parlano e si rincuorano reciprocamente. Insieme devono trovare una
contromisura che colga tutti di sorpresa. Non vogliono solo lamentarsi come in passato.
La frustrazione sedimentata negli anni li ha troppo umiliati, ora intendono dare seguito
al loro operato. Scorrono le ore e un vero e proprio piano segreto prende forma,
raccogliendo il consenso della maggioranza dei revisori.
Si arriva così alla giornata della fatidica riunione. Già dal primo intervento, quello di
Fralleoni, si intuisce quale sarà la linea prevalente. Il Ragioniere generale abbassa per
un attimo lo sguardo sugli schemi dei conti in perdita e soppesando bene le parole
ricorda una vicenda del 1993, quando il primo collaboratore di Wojtyla, il segretario di
Stato Angelo Sodano, aveva rifiutato l’approvazione del bilancio di Radio vaticana. Un
precedente pesante, un monito per tutti: la scelta si può ripetere ed è questa
probabilmente la strada da percorrere. Dopo Fralleoni, in sala continua ad alzarsi il
tono delle denunce e del malcontento. Ora tocca al revisore Maurizio Prato che, ancora
incredulo rispetto ai dati che ha letto, sembra esausto e trattiene a fatica lo sconforto:
È grave che purtroppo tutto continui su un’impostazione inerziale senza che si evidenzino segni di cambiamento e di
responsabilizzazione verso una gestione accurata, efficiente ed efficace del patrimonio della Santa sede e senza che
si intravedano azioni concrete di contenimento dei costi. Quanto al bilancio preventivo consolidato della Santa sede, in
termini di presentazione e di commento, esso evidenzia spunti di miglioramento ma permane scoordinato nelle analisi
e nei rapporti, con difficoltà di comprensione immediata.
Quello che preoccupa di più sono naturalmente le spese e alcuni investimenti per nulla
soddisfacenti. Prosegue Prato:
In riferimento alle attività istituzionali, a fronte della sostanziale stabilità di introiti da canone (cioè quanto le
circoscrizioni ecclesiastiche di tutto il mondo versano a Roma per il mantenimento del servizio che la curia romana
presta alla Chiesa universale, nda), il forte incremento (delle spese, nda) rispetto al trend storico fino al 2012 deriva
dall’aumento del costo del personale (3 milioni) ma soprattutto dal forte incremento delle spese generali e
amministrative (9 milioni). L’attività finanziaria registra un crollo rispetto al 2012 mentre […] il 2013 è stato sotto il
profilo dei mercati finanziari relativamente stabile, anche se con rendimenti decrescenti; registrare perdite così
significative è ancora una volta testimonianza di una non oculata e riprovevole gestione della tesoreria, di fatto
103
antieconomica, e del criterio di investimento, nonostante i ripetuti inviti formulati dai revisori negli ultimi anni.
Versaldi quasi lo interrompe: «Manca il potere di governo. È l’autorità superiore che
deve fare eseguire le disposizioni. Nei passati incontri si è già provato a fare qualcosa,
ma c’è bisogno di strumenti più efficaci». Il cardinale tira in ballo Francesco e lo invita
ad agire. Fa riferimento, in particolare, a due convegni che negli anni precedenti si
erano tenuti nella sala del Sinodo, «nel tentativo di acquisire una visione globale dello
status quo della Santa sede e del Governatorato come base per ogni futura operazione».