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Radio vaticana trasmette una voragine senza fine

          Per  trovare  un  precedente  di  quanto  hanno  appena  fatto  i  revisori  della  Prefettura
          bisogna  tornare  indietro  di  vent’anni  quando,  come  ricordato,  il  cardinale  Sodano,

          all’epoca  segretario  di  Stato,  negò  l’approvazione  del  bilancio  di  Radio  vaticana.          106
          Stavolta però l’iniziativa è ancora più clamorosa: tutti i bilanci degli enti della Santa
          sede e del Governatorato non sono vidimati. In pratica gran parte delle finanze vaticane

          sono bloccate. Eppure non è detto che questa iniziativa sia sufficiente a cambiare rotta
          nel  governo  della  Chiesa.  I  revisori  lo  sanno  bene.  Per  capirlo  è  utile  tornare
          all’episodio  relativo  alla  radio  della  Santa  sede  e  raccontare  cosa  è  avvenuto  dopo
          l’iniziativa dell’ex segretario di Stato Sodano.

            La dura realtà è che le cose non cambiano mai. Radio vaticana ne è uno degli esempi
          più fulgidi. Sono passati parecchi anni da quando il cardinale bocciò i suoi bilanci ma i
          conti  dell’emittente  e,  più  in  generale,  di  tutta  la  comunicazione  permangono  in
          profondo rosso.  Ogni tentativo di raddrizzarli è fallito miseramente.  Questa voragine

          rappresenta una delle tante, troppe spine nel fianco della salute economica del-la curia,
          una situazione che nel tempo ha alimentato preoccupazioni e tensioni – prima durante il
          pontificato di Giovanni Paolo II poi in quello di Benedetto XVI – e che ancora oggi
          provoca i ruvidi rilievi dei revisori.

            Proprio durante la riunione nella quale è deciso il blocco dei bilanci, le critiche alla
          gestione  dell’emittente  sono  pesantissime.  Basta  rileggere  nel  verbale  quanto
          denunciato da Prato:

            La propensione della radio a spendere oltre le sue possibilità è rimasta uguale, com’è dimostrato dai 26-27 milioni di
            perdita.  Per  quanto  riguarda  Radio  vaticana, nihil  sub  sole  novi  (niente  di  nuovo  sotto  il  sole, nda).  Sarebbe
            interessante conoscere su quali fondamenti si basano le attese di una futura sensibile riduzione del deficit. Per quanto
            concerne  «L’Osservatore  Romano»,  la  Tipografia,  la  Libreria  e  il  Centro  televisivo  presentano  un  trend
            sostanzialmente invariato (da verificare se consuntivo 2013 confermerà risultato positivo del Centro televisivo).
            Nel complesso il numero dei dipendenti e il relativo costo sono in aumento. Si dichiarano non comprensibili le ragioni
            dell’aumento. Blocco delle assunzioni e non sostituzione: turnover indispensabile. Il deficit consolidato, previsto per il
            2014, è pari a 25,1 milioni di euro, che fa seguito alla perdita stimata per il 2013 in circa 28 milioni di euro. Si va con
            una  discreta  accelerazione  verso  l’erosione  progressiva  del  patrimonio;  siamo  cioè  in  una  gestione  di  tipo
            fallimentare.

          Una  gestione  addirittura  fallimentare.  Fossimo  in  un  paese  dell’Unione  europea  gli

          amministratori  probabilmente  avrebbero  già  portato  i  libri  sociali  in  tribunale.  Tra
          l’altro, le critiche sono l’esatta fotocopia di quelle già sollevate nella riunione gemella
          del giugno 2013. Allora era toccato a  Versaldi condannare senza appello sia i conti
          dell’emittente cattolica, sia quelli de «L’Osservatore Romano».

            L’alibi di diffondere a tutti i costi la parola di Dio non è più sostenibile. Si possono abbattere i costi senza influenzare
            gli scopi istituzionali. A giorni si deciderà sul da farsi. Per ora è evidente che il centro di Santa Maria di Galeria va
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            chiuso  perché  la  sua  manutenzione  è  particolarmente  gravosa.    L’attività  finanziaria  è  a  rischio  e  serve  solo  a
            coprire le spese istituzionali. Quanto al personale, l’aumento degli impiegati non è correlato a un miglioramento della
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