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La controffensiva della burocrazia vaticana
Nel dicembre del 2013, oltre al blocco dei bilanci della Santa sede e del
Governatorato, interviene un altro elemento ad accrescere la tensione in curia.
A partire dal 16 dicembre, appena due giorni prima della drammatica riunione, Cosea,
insieme ai consulenti di McKinsey, tra cui Filippo Sciorilli Borrelli, sono entrati negli
uffici della segreteria di Stato per avviare un’attività ispettiva e di revisione dei conti.
All’interno dell’ente i funzionari incontrano un clima gelido. Per ottenere i dati che
desiderano analizzare devono superare diffidenze, ritrosie e resistenze. Certo, nessun
rifiuto ufficiale, ma, come abbiamo visto, in curia i «no» sono sempre mimetizzati da
rinvii, meline, attendismo. La situazione però si surriscalda. Zahra si consulta con
Xuereb, avverte forse una certa solitudine. I cardinali vicini a Francesco non prendono
posizione. Le tensioni tra Cosea e la segreteria di Stato aumentano giorno dopo giorno.
E si apre una frattura pericolosa tra i sostenitori di Bergoglio proprio nel momento in
cui essi dovrebbero essere più uniti. La sequenza dei fatti è particolarmente incalzante.
Un ulteriore braccio di ferro, solo anticipato nel capitolo in cui abbiamo affrontato i
segreti dell’Obolo di san Pietro. Oltre alla gestione dei fondi per le opere di bene, tra
la fine del 2013 e l’inizio del 2014 Cosea apre un fronte d’indagine molto più ampio e
che riguarda ben 25 enti della Santa sede.
La segreteria di Stato nicchia. Il 4 dicembre 2013 Cosea scrive a Parolin chiedendo
che venga messa a disposizione la documentazione richiesta, il 16 dicembre iniziano i
controlli ma già il 3 gennaio parte un’altra lettera a Parolin nella quale monsignor
Vallejo Balda quasi intima che siano mostrati atti e documenti richiesti entro e non oltre
il 10 gennaio. In due pagine, già l’indomani, Parolin risponde picche. E spiega: per un
gruppo di enti «questa segreteria non dispone di quanto sollecitato; in ogni caso mi
sembra che per correttezza la domanda dovrebbe essere inoltrata a ciascuno dei
menzionati enti». Per alcuni di quelli citati nelle richieste di Cosea si ricorda che «la
documentazione è conservata anche presso la Prefettura». Insomma, la commissione ce
l’ha in casa, basta andare a prenderla in archivio. Parolin si mostra anche parecchio
infastidito:
Mi permetto di aggiungere che ho ritenuto mio dovere portare a conoscenza del santo padre la corrispondenza
intercorsa in questa occasione, in modo tale che tutto si faccia in leale adesione ai desiderata del santo padre.
Al tempo stesso bisogna sbloccare i bilanci non approvati dalla Prefettura dopo il
parere negativo dei revisori. Proprio il 3 gennaio 2014 la questione finisce direttamente
all’attenzione del papa, che concede udienza al cardinale Versaldi, sempre più
preoccupato. Terminato l’incontro con Francesco, Versaldi scrive una lettera che fa
recapitare urgentemente sia al cardinale Bertello, presidente del Governatorato, sia a
Calcagno, capo dell’Apsa. In copia, perché sia aggiornato in tempo reale, la missiva