Page 142 - Via Crucis
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Aprire le gare d’appalto a tutti, indistintamente, porterebbe a una grande confusione. È bene che ci siano delle ditte
accreditate che vengano regolarmente aggiornate.
Ma Vallejo Balda non arretra e ha già pronta la replica: indica i recenti lavori alla
Biblioteca vaticana, una spina nel fianco della curia a causa dell’enorme divario tra
spese preventivate e costi effettivi sostenuti:
Basti l’esempio dei lavori effettuati nella Biblioteca vaticana. È impossibile analizzare tutta la documentazione proprio
per le modalità in cui si opera. Chi ha stanziato i fondi? Com’è stato deciso il budget? È stato elaborato un progetto
preventivo? Secondo quali criteri è stata scelta l’impresa? Chi è il responsabile di questa gestione?
La conclusione tombale spetta a Zahra. Non si tratta principalmente di introdurre nuove
regole, quello che manca davvero in Vaticano è la volontà di applicarle:
Il problema fondamentale è che le procedure esistono ma non vengono applicate. Ormai si agisce più in base alla
prassi che alle regole. Oltre a definire con molta chiarezza le direttive, occorre avere strumenti concreti per poter
intervenire e sanzionare un ente qualora non le mettesse in pratica. Le procedure devono essere aggiornate e i vari
enti sono chiamati ad assumersi le loro responsabilità.
I budget vanno dunque rielaborati. Ma c’è anche chi propone misure ancora più dure.
Prato è tra i più inflessibili. Lui andrebbe anche oltre, tagliando indiscriminatamente
tutte le spese almeno del 10 per cento rispetto all’anno precedente. Ma il canadese Kyle
lo frena:
Consapevole della lentezza dei tempi del Vaticano, sono comprensivo e credo sia prioritario ora arrivare a risultati
concreti. Nessuna società per la quale ho lavorato si è mai imposta come una dittatura: c’è sempre stato il lavoro di
squadra ma, alla fine dei conti, qualcuno ha dovuto decidere. Non sono gli esecutivi (impiegati e funzionari, nda) a
definire i budget ma i manager; chi non rispetta leggi e tempi deve essere sostituito. Lasciare che le risorse vengano
male amministrate è uno scandalo per chi osserva la Chiesa dall’esterno, soprattutto per i giovani.
Il gesto dei revisori è clamoroso. Versaldi rimane impassibile, almeno in apparenza.
Guarda fisso negli occhi i vari professionisti, gli stessi che solo pochi mesi prima
avevano dato a Francesco le prime cartucce da sparare contro la malagestione. È chiaro
che un gesto così duro deve avere alle spalle il consenso preventivo del papa. In questa
guerra sarebbe impensabile esporsi senza il beneplacito del pontefice. Ma questo
ragionamento vale per il passato. Oggi gli schemi di potere sono rotti. È anche
possibile che i revisori si siano spinti così avanti interpretando la voluntas del santo
padre, senza però coinvolgerlo. Per questo l’intervento del capo della Prefettura è un
capolavoro di equilibrio:
Percepisco all’interno della struttura una resistenza fisiologica e patologica. […] (Ma, nda) voglio ribadire la
necessità di cercare di cambiare la curia senza contrapporsi a essa. Se poi la correzione rimane inascoltata, i
responsabili delle amministrazioni si dovranno mettere nella condizione di essere istruiti. In caso contrario, si potrà
parlare di resistenza dolosa. Vi invito alla prudenza non perché ho paura di assumermi delle responsabilità ma perché
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voglio trovare il modo più giusto di perseguire il cambiamento tanto auspicato.
Ma con i conti in rosso il tempo della prudenza e della mediazione sembra davvero
finito. La riunione è ormai conclusa. I budget 2014 del consolidato Santa sede e