Page 133 - Via Crucis
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Meno potere ai cardinali in curia, più spazio ai laici
Nei sacri palazzi i nemici di Francesco sono sempre più preoccupati per la
caratterizzazione fortemente politica che stanno assumendo le due commissioni
pontificie. Cosea e la commissione sullo Ior stanno infatti lavorando su due fronti. Il
primo è noto: analizzano i conti della banca del papa e degli altri enti della Santa sede
facendo emergere, come abbiamo raccontato, inerzie, incompetenze e abusi.
Ma c’è un altro fronte ancor più riservato. I commissari di Cosea hanno ricevuto una
nuova e specifica sollecitazione dagli otto cardinali del C8: non cercate solo i problemi
e le criticità, proponete soluzioni chiare, dateci consigli su come rivoluzionare
l’amministrazione e tutta l’organizzazione dello Stato. È indispensabile ridefinire una
volta per tutte i rapporti interni di potere.
Per il dicembre del 2013 è fissato un incontro tra gli alti porporati del C8 che si
svolgerà a Roma. In vista di questo appuntamento, i membri di Cosea elaborano e
propongono una vera strategia per cambiare la Chiesa dalle fondamenta. Innanzitutto va
reimpostato l’equilibrio tra il potere temporale e quello religioso. I laici dovranno
assumere maggiore importanza in campo economico e amministrativo: una
sollecitazione rivoluzionaria per una monarchia assoluta il cui re è un religioso. Un
evento epocale.
Le lobby e le cordate di potere che comandano da sempre in Vaticano, però, non
possono accettare questo nuovo indirizzo: se il progetto andasse in porto – sostengono i
tanti «cortigiani», per usare l’espressione di Francesco – sarà la fine. È proprio questa
la reazione di parecchi alti prelati ai rumors che arrivano dall’ultima riunione
riservatissima dei commissari di Cosea. E non potrebbe essere altrimenti.
Siamo nell’ottobre del 2013, le quattro pagine di bozza del report di quell’incontro,
che abbiamo avuto modo di esaminare, meritano una lettura quasi integrale. Si ha
l’impressione di essere ormai a un punto di non ritorno. Lo strappo è fatto, le tensioni
sono destinate a crescere. Basta non perdere la fede e la determinazione, i fedelissimi
di Francesco non hanno nessuna intenzione di mollare. Come testimonia il verbale, il
primo a prendere la parola è il consigliere George Yeo, l’unico membro della
commissione con alle spalle un passato da uomo politico, essendo stato ministro degli
Esteri di Singapore. Yeo ipotizza la separazione netta tra il potere economico e quello
politico-religioso:
Le decisioni della Santa sede dovrebbero essere indipendenti dalla composizione dei collegi cardinalizi. È difficile che
la funzione della Santa sede coincida con quelle del ministro degli Affari esteri e del primo ministro messe insieme.
Abbiamo bisogno di un ministero delle Finanze che abbia pieni poteri e gestisca un bilancio. La Prefettura per gli
affari economici potrebbe essere trasformata in ministero degli Affari esteri, cosicché tutte le altre congregazioni
sarebbero tenute a contribuire al bilancio e a rispettarne esigenze e previsioni. Il ministero delle Finanze dovrebbe
avere responsabilità di bilancio. La Chiesa è missionaria e perciò transfrontaliera, e il ministero delle Finanze deve
vigilare sulle sue finanze. Con l’istituzione del ministero delle Finanze, il ruolo e la funzione dell’Apsa
(l’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica) andrebbero ridefiniti.