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Le lettere di Sindona per minacciare Francesco

          L’episodio non è isolato. Proprio in quei giorni, al segretario particolare del cardinale
          Pell, padre Mark Withoos, di Melbourne, arrivano informazioni preoccupanti su strani
          movimenti  di  persone  intorno  alla  Domus Australia,  dove  vive  il  potente  porporato

          ormai  a  capo  delle  economie  vaticane.  Qualcuno  lo  sta  seguendo?  Perché?  La
          segnalazione viene fatta pervenire a chi di dovere. Padre Withoos si confronta con il
          suo  superiore,  che  lo  invita  alla  prudenza.  Servono  nervi  saldi.  È  una  guerra  anche

          psicologica e i colpi bassi vengono inferti spesso solo per intimorire e disorientare,
          soprattutto  per  distrarre  i  fedelissimi  del  santo  padre  dai  veri  problemi  che  stanno
          affrontando.
            Passa qualche giorno e il 10 aprile 2014, in Prefettura, arriva da Londra una lettera
          non firmata. Un unico foglio verde, undici righe scritte in corsivo, pochissime parole

          che  suonano  come  un  avvertimento.  La  prima  frase  riprende  testualmente  il  motto  di
          Anonymous,  la  potente  comunità  virtuale  che,  con  azioni  clamorose,  denuncia
          malversazioni  e  corruzioni  di  gruppi  politici  e  industriali  in  tutto  il  mondo:  «Non

          perdoniamo, non dimentichiamo. Aspettateci!». Inizia così la missiva. E prosegue: «Gli
          outsiders  stanno  entrando  dalla  parte  esterna…  Passate  questo  (messaggio, nda)  al
          papa e a tutti gli interessati: il gioco è finito».
            Che significa? È forse solo lo scherzo di qualche perditempo? Può darsi. Ma dopo
          l’episodio  del  furto,  l’allerta  è  cresciuta,  nulla  viene  più  sottovalutato,  si  presta

          attenzione  anche  a  fatti  apparentemente  marginali.  Di  certo  la  frase  «gli outsiders
          stanno entrando dalla parte esterna» pare rimandare alla recente incursione notturna nel
          palazzo  delle  Congregazioni.  Il  documento  finisce  sulla  scrivania  del  già  segretario

          particolare del pontefice, Alfred Xuereb, che dal 3 marzo 2014 Francesco ha nominato
          segretario generale della Segreteria per l’economia e delegato nei rapporti con Cosea.
          Xuereb si confronta con Withoos. Negli ultimi anni lettere così non erano mai arrivate,
          ma  i  due  non  si  fanno  impressionare  e  minimizzano:  «Non  abbiamo  niente  da
          nascondere,  non  facciamo  il  gioco  di  chi  vuol  fare  paura,  pensiamo  ad  aiutare

          Francesco».  L’approccio  è  condivisibile  ma  chi  trama  nell’ombra  ha  pronte  altre
          sorprese. La guerra è appena cominciata.
            Sono giorni di grande festa in Vaticano. Il 26 aprile è la vigilia della domenica della

          Divina  Misericordia,  con  santa  messa  prevista  alle  10  in  piazza  San  Pietro  per  la
          canonizzazione  di  Giovanni  XXIII  e  di  Giovanni  Paolo  II.  Si  attendono  centinaia  di
          migliaia  di  pellegrini.  Le  misure  di  sicurezza  sono  rilevanti.  Tutto  sembra  essere
          organizzato alla perfezione quando, puntuale, arriva l’imprevisto.
            Di  buona  mattina,  nella  casella  postale  della  Prefettura,  qualcuno  lascia  un  plico

          chiuso, privo sia di destinatario che di mittente. Gli impiegati lo aprono e trovano dei
          documenti che riconoscono subito. È una parte degli atti che erano stati sottratti un mese
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