Page 123 - Via Crucis
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Attacco alla riforma
Violato l’archivio segreto della commissione
Domenica 30 marzo 2014, mancano poche ore all’alba e piazza San Pietro è ancora
deserta. Siamo nel cuore di una delle zone più sorvegliate al mondo, eppure quella
notte accade qualcosa d’imprevedibile.
Qualcuno sfida la sicurezza e viola i palazzi del potere pontificio. Nel palazzo delle
Congregazioni, in piazza Pio XII, proprio di fronte al colonnato di Gian Lorenzo
Bernini, regna il silenzio più assoluto. La portineria di largo del Colonnato 3 è chiusa.
Gaspare, il fidato custode siciliano, è tornato a casa per il fine settimana, come pure
impiegati e addetti alle pulizie. A eccezione della casa di 353 metri quadrati dove vive
il cardinale nigeriano Francis Arinze e di un bilocale dato in affitto a un tranquillo
pensionato, l’edificio di quattro piani è destinato tutto a negozi e uffici, tra cui quelli
della Congregazione per il clero, della Congregazione per l’educazione cattolica e di
quella per la vita consacrata. I 781 metri quadrati del quarto e ultimo piano della scala
D sono interamente riservati alla Prefettura degli affari economici della Santa sede,
luogo di riferimento dei controlli avviati da Francesco sulla curia romana. Qui lavorano
i revisori gomito a gomito con i membri di Cosea. Qui si trova gran parte delle carte
riservate. Qui ha il suo ufficio il coordinatore della commissione, il segretario della
Prefettura Vallejo Balda. È il luogo simbolo della rivoluzione di Francesco.
I ladri s’introducono nello stabile, entrano negli uffici delle varie congregazioni, con
la fiamma ossidrica, piano dopo piano, aprono ogni cassaforte che trovano e rubano
tutti i soldi custoditi. Non si tratta di somme significative: poche centinaia di euro per
ogni ufficio. Del resto, le congregazioni e la Prefettura tengono in deposito solo un
modesto fondo cassa per i piccoli acquisti in contanti. Cifre contenute, che stridono se
confrontate con il tipo di azione pianificata dai malviventi: si muovono da
professionisti, sanno dove sono posizionate le casseforti, conoscono il segreto per
aprirle nel minor tempo possibile, forzano con grande facilità ogni porta che incontrano.
Ma è quanto fanno immediatamente dopo che sarà giudicato insolito e sorprendente
dagli investigatori. La scelta pare tutt’altro che casuale, e offre forse la più corretta
chiave d’interpretazione di questa inquietante incursione notturna.
Entrati nei locali della Prefettura, i ladri non si limitano a individuare il più
rapidamente possibile la cassaforte, aprirla e portar via la modesta somma depositata,