Page 98 - Peccato originale
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del Vaticano, infatti, nessuno avrebbe mai bussato. La
prova più evidente arriva dalle movimentazioni dei conti
correnti, anche dopo il crac. Mentre l’autorità giudiziaria
si concentra su uomini e banche di Sindona, e
s’intensificano gli arresti, le perquisizioni e i sequestri,
quel mondo continua a operare sui conti presso lo Ior. I
corridoi finanziari protetti della Santa sede vengono usati
per cercare di mettere in salvo i tesori accumulati.
I movimenti che risultano in entrata e uscita sono
impressionanti, e continuano a essere alimentati anche
dopo il primo agosto 1974, quando la Banca Unione si
fonde con la Banca Privata Finanziaria dando vita alla
Banca Privata Italiana, con Macchiarella presidente. Nella
primavera del 1975, dal conto della Banca Unione presso
lo Ior partono numerosi bonifici in valuta estera a favore
del deposito della gemella Banca Privata, che nel
frattempo era stata messa in liquidazione coatta
amministrativa, con Giorgio Ambrosoli come liquidatore.
14 Era un sistema contabile occulto distribuito tra paradisi
fiscali, Banco Ambrosiano, istituti di Sindona e Ior: né la
guardia di finanza, né le procure, né l’avvocato Ambrosoli
potevano davvero ricostruire la complicatissima rete di
potere e interessi economici.
Soci e amici di Sindona in Vaticano, clienti speciali
allo Ior
Negli stessi anni si affacciano allo Ior come correntisti
anche numerosi personaggi legati alla galassia di
Marcinkus e Sindona. Tra questi meritano attenzione
l’imprenditore Stefano Falez (conto numero 001 2 01562
X) e l’uomo d’affari italoamericano Mark Antonucci (conto
numero 001 5 90533Q): entrambi i personaggi portano
direttamente nei sotterranei del potere dell’epoca.
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