Page 103 - Peccato originale
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frammentario e contraddittorio il movente, insufficienti
gli elementi di prova a carico. La pubblica accusa non ha
mai voluto riconsiderare l’approccio, riproponendo la
stessa trama nei giudizi successivi, con il risultato che la
Cassazione ha chiuso definitivamente il procedimento.
Tutti assolti. Certo, possiamo consolarci sostenendo con
certezza che Calvi è stato ucciso. Ma questa verità, emersa
in modo definitivo solo nel 2011, quando, dopo quasi
trent’anni dalla morte, la Suprema corte ha stabilito che si
trattava di un assassinio, è parziale, modesta e
insoddisfacente. Chi ha ucciso Calvi? La certezza dei fatti è
stata manipolata e distrutta in un indegno gioco dell’oca: a
un passo avanti verso la verità ne seguivano sempre due
all’indietro.
Nel novembre del 2016 il giudice Simonetta
D’Alessandro, archiviando anche il procedimento sui
mandanti (Gelli, Carboni e il faccendiere Francesco
Pazienza), consolida la tesi che pezzi di Vaticano,
massoneria e Cosa Nostra abbiano deciso l’omicidio dopo
che l’Ambrosiano aveva perso ingenti somme di denaro di
provenienza mafiosa. In quegli anni allo Ior e
all’Ambrosiano è dunque accertato che s’incrociavano i
capitali che arrivavano dalle famiglie italoamericane con
quelli che uscivano per alimentare la dissidenza
anticomunista in Polonia. Né Calò per i siciliani né
Marcinkus per il Vaticano «potevano accettare il rischio»
18 che Calvi, ormai all’angolo, confessasse all’autorità
giudiziaria «quella tipologia di attività illecita, volta a far
convogliare denari mafiosi in quelle direzioni, e l’attività
di riciclaggio che attraverso il Banco veniva espletata».
Una tesi più storica che giudiziaria, che fa coppia con
quella che vuole Calvi ucciso perché impossibilitato a
restituire ingenti capitali alla mafia.
Ad aggravare le difficoltà di queste inchieste ha
contribuito il muro di gomma impenetrabile eretto dal
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